5F981AE79B41078FEDC22D3ABDAFE100

PROVINCIA - Le misure cautelari e i sequestri sono stati eseguiti nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Roma, Catania, Milano, Sondrio, Monza e Brianza, Cosenza, Caserta, Chieti e L'Aquila con l'impiego di oltre 140 finanzieri e l'ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego del Corpo, concludono una articolata attività d'indagine svolta dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro.

Inoltre sono stati apposti i sigilli a tre ditte operanti nel settore turistico, che si sono avvicendate nella gestione di uno stabilimento balneare a Nicotera Marina, tuttora in esercizio, e di un'attività commerciale a Milano, operante nel settore floricolo, tutte riconducibili a soggetti appartenenti ad una cosca di 'ndrangheta, egemone nel vibonese, per un valore di circa 250 mila euro.

E' stato inoltre confermato il sequestro preventivo nei confronti di diversi fabbricati, terreni, quote di partecipazione, complessi aziendali, ditte individuali e autoveicoli per il valore di 12 milioni di euro. Le indagini hanno consentito di delineare la gravità indiziaria sul gruppo criminale, riconducibile ad una cosca operante nella provincia vibonese che, avvalendosi della forza di intimidazione che scaturiva dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà sussistenti nel citato territorio, aveva acquisito il controllo di fatto di diverse attività commerciali, soprattutto nel settore turistico-alberghiero, tanto da condizionarne la gestione.

Al riguardo, gli amministratori di fatto e di diritto e altri soggetti che si sono occupati del management delle citate attività sono stati attinti da misure cautelari personali. A suffragare le ipotesi investigative della Dda di Catanzaro le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, secondo cui alcuni degli odierni indagati, al fine di agevolare l'attività dell'associazione attribuendosi fittiziamente quote di società o cariche di amministrazione, si sarebbero adoperati per assicurare a soggetti appartenenti alla cosca l'impunità e la non riconducibilità delle attività imprenditoriali in modo da evitare provvedimenti di aggressione patrimoniale.