CASAL DI PRINCIPE – Da Casal di Principe alla Lumsa, l’università d’ispirazione cattolica fondata da Papa Pio XII, nel giorno della proclamazione dei vincitori della XI edizione delle Olimpiadi di italiano. Partire da casa in compagnia dei genitori sapendo di essere tra i finalisti, rientrare con la targa di vincitore nella categoria “Junior area liceale”.
Rocco Capasso, 15 anni, studente al secondo anno del liceo scientifico “Salvatore Pizzi” di Capua, di rientro da Roma torna sulle emozioni della giornata: «Per me era una vittoria già essere tra i finalisti, il primo premio è stato qualcosa di inatteso ma che mi gratifica molto».
Sono stati 16.631 i partecipanti a questa edizione delle Olimpiadi, con le studentesse in netta maggioranza (erano il 65%), così come lo sono state anche per i riconoscimenti assegnati (9 dei primi 14 posti).
I finalisti sono passati attraverso tre durissime selezioni. Francesco Rocco le ha superate tutte brillantemente (all’ultima, quella regionale, è risultato il primo dei campani ed il sedicesimo in Italia) mettendo da parte punteggio e crediti che gli sono poi valsi il primo posto nella sua categoria. Per la gioia dei genitori, Cipriano e Maria Rosaria, entrambi insegnanti – il papà in un istituto superiore di Miano e la mamma in una scuola dell’infanzia di Arzano – e della sua prof di italiano, Mariangela Russo, che ha voluto seguirlo ieri a Roma nella giornata della proclamazione.
Rocco ha le idee già chiare per il prosieguo degli studi. «Voglio iscrivermi a Medicina», dice rispondendo alle domande del Corriere del Mezzogiorno. E, per arrivarci ben “strutturato”, quando si è iscritto al liceo scientifico della città di Ettore Fieramosca ha optato l’indirizzo “curvatura biomedica”. «Mi appassiona tutto quello che ha a che vedere con la biologia, lo studio del corpo umano», dice.
Oltre allo studio e all’approfondimento dei programmi scolastici, anche nelle ore libere della giornata Rocco si dedica ad una passione assai vicina alla scuola: «Mi piace leggere i classici italiani del Novecento, seguire gli autori più importanti». Quel che non è più riuscito a fare, negli ultimi anni, sono le lezioni di pianoforte: «Ho dovuto lasciare ma quanto prima riprenderò», si ripromette. Rocco Capasso non ha grandi grilli per la testa. «Come festeggio stasera? Al più con una pizza con i miei amici più cari, che mi riempiono di telefonate da questa mattina».
Si professa «poco sportivo» e anche «poco tifoso». «Se c’è una squadra di calcio a cui tengo? Forse è il Napoli, per sentirmi in sintonia con papà». Ma le partite non le guarda. «Se sono a casa — conclude — preferisco leggere».
Un ragazzo pulito, con la testa a posto. Un motivo di vanto per Casal di Principe, periferia casertana troppo spesso agli onori della cronaca solo per vicende di criminalità e camorra.