TORA E PICCILLI – Il Governo valuti l’opportunità di adottare iniziative di competenza volte a realizzare interventi di salvaguardia, conservazione e restauro della paleosuperficie del geosito cosiddetto delle “Ciampate del diavolo” e a valutare l’opportunità di promuovere iniziative di valorizzazione dell’intero geosito per la ulteriore diffusione della sua conoscenza, anche attraverso l’organizzazione di specifici eventi culturali.
Lo chiede la deputata Margherita Del Sesto (M5S) in una risoluzione presentata in commissione Cultura, nella quale chiede inoltre di valutare l’opportunità di individuare, nello stato di previsione del Ministero della cultura, apposite risorse per la realizzazione degli interventi di conservazione e restauro e delle iniziative di valorizzazione dell’intero sito paleontologico.
“Il 4 agosto 2001, in località Foresta di Tora e Piccilli – ricorda la Del Sesto – furono scoperte quelle che erano le più antiche orme fossili riferibili a esemplari del genere Homo e che sono ancora fra le più antiche in assoluto, essendo state datate radiometricamente a circa 350.000 anni fa; l’annuncio dato dalla più prestigiosa rivista scientifica del mondo (Nature) il 13 marzo 2003 fece il giro del mondo e, in poche ore, schiere di giornalisti, reporter, network televisivi (fra cui BBC) e agenzie di stampa internazionali (fra cui Reuters) si sono alternate sul sito per carpirne e pubblicarne le preziosità; nel corso delle diverse campagne di pulizia, che hanno avuto luogo dal 2005 al 2010 sotto il controllo della competente soprintendenza archeologica, numerose nuove scoperte hanno arricchito la già enorme dotazione scientifica del sito paleontologico cosiddetto delle ‘Ciampate del diavolo’ (‘orme del diavolo’), aumentandone enormemente la preziosità ed alimentando una mole di pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali; nel medesimo sito, infatti, sono stati scoperti, rilevati, studiati e pubblicati: a) almeno 81 impronte di piedi umani nudi, alcune delle quali coordinate a formare delle piste lunghe svariati metri che mostrano schemi d’andatura di grande interesse biodinamico e icnologico e paleoantropologico; b) il sentiero fossile umano più antico del mondo, con all’interno orme fossili umane e animali, anch’esso, al momento, un caso unico al mondo; c) l’unica orma fossile di una mano umana finora conosciuta nel mondo di tale antichità e in un contesto non culturale; d) le impronte di altre parti anatomiche (glutei, polpacci, caviglie, e altro), anch’esse uniche al mondo, fino ad oggi; e) le impronte fossili di animali di 350.000 anni fa, fra cui orme di elefanti, orsi, ungulati e cavallini (le orme di elefanti sono le più antiche d’Italia e forse d’Europa); f) manufatti litici ascrivibili a uomini preistorici del Paleolitico inferiore”.