Caserta. (O.S.). Sulla questione del piano di riequilibrio si è fatta tanta ‘discussione’ politica derubricabile alle due categorie di ‘fuffa’ e ‘propaganda’. Marino ha dato la colpa a Del Gaudio, le opposizioni hanno dato la colpa a Marino, quasi tutti hanno dato la colpa anche al commissario prefettizio Maria Grazia Nicolò.
Tutto potrebbe essere più chiaro se l’amministrazione comunale pubblicasse il dispositivo spedito dalla Sezione di Controllo sulle pagine istituzionali dei siti comunali. Fino a quando l’amministrazione non compirà questo atto di ‘trasparenza’, atto dovuto dalle leggi e non ‘concessione’ da fare ai cittadini quando è gradito all’Ente, nulla si potrà dire sul perchè questo piano di riequilibrio sia stato bocciato e, giustamente, i politici continueranno a fare ‘fuffa’ e ‘propaganda’.
Utile, a questo punto, ricostruire la vicenda. Quando, nel maggio 2015, il Prefetto Maria Grazia Nicolò arriva a Caserta trova una situazione devastata frutto di una sconquassata e dissennata gestione economica figlia delle amministrazioni di ‘centrodestra’ guidata da Luigi Falco (dove Del Gaudio e Marino erano entrambi assessori, al tempo delle vacche grasse) e di ‘centrosinistra’ da Nicodemo Petteruti (durante la cui amministrazione si sono compiuti orrori amministrativo-contabili inenarrabili).
A peggiorare la situazione una gestione del dissesto affidata a tre Prefetti che Dio solo sa quello che lasceranno quando chiuderanno la pratica, basti pensare all’assenza di un logico scorporo tra crediti/debiti, e una nuova gestione economica, quella dell’amministrazione Del Gaudio, travagliata dalla lotta tra una componente più ‘prudente’ (incarnata da Nello Spirito) e una maggiormente abituata ai vecchi metodi di una politica invasiva anche nel campo di bilancio.
Il piano presentato dalla Nicolò, si legge dell’ordinanza 51 della Corte dei Conti, “appare conforme ai contenuti richiesti dalle disposizioni normative di riferimento ed alle indicazioni contenute nelle linee guida elaborate dalla Corte dei Conti che vanno lette alla luce dell’evoluzione normativa dell’armonizzazione contabile e dei recenti interventi normativi”. Quello che però la magistratura contabile aveva chiarito fin dalle prime interlocuzioni con la Nicolò è che il piano, per quanto ‘buono’, doveva essere correttamente applicato in fatto di riduzione delle spese, corrette procedure amministrative, maggiore efficienza nei rapporti con le ditte esterne di servizi e riscossione.
Detto questo, oggi si è espresso sul tema del riequilibrio bocciato il segretario del Pd Enrico Tresca. Nessuno, più di Enrico Tresca, potrebbe parlare di questo argomento, visto che durante l’amministrazione Del Gaudio era presidente della commissione consiliare di controllo atti di Bilancio. In sostanza, Tresca doveva controllare che Del Gaudio lavorasse al meglio, compito in cui, a occhio e croce, non ha prodotto risultati particolarmente brillanti.
Enrico Tresca, difende l’amministrazione e attacca l’opposizione. C’è un solo enorme e insuperabile problema di fronte allo sproloquio di Enrico Tresca. Il segretario del Pd non è un soggetto politicamente credibile. Non lo scriviamo per questioni di ‘antipatia’ politica nei confronti di Enrico Tresca, che è pure un professionista gradevole e apprezzabile, ma sulla base di due elementi.
Il primo è ‘storico’. Regnava ancora Pio Del Gaudio su Caserta. L’opposizione convocò la stampa il giorno dopo che il consiglio era stato chiuso per mancanza del numero legale: la maggioranza non si era presentata per votare una variazione di bilancio. L’opposizione tuonò. C’erano Enrico Tresca, Franco De Michele, Francesco Apperti, Pierpaolo Puoti e, in collegamento telefonico, Luigi Cobianchi. Tresca e De Michele parlarono molto del ‘mercato delle vacche’ e dei consiglieri ‘canguro’ che passano da uno schieramento all’altro. Pungolati da una domanda, posta non a caso, affermarono fieramente: “Non candideremo chi è stato con Del Gaudio”. Li hanno candidati quasi tutti e sono stati, quasi tutti, eletti in consiglio (Del Rosso e Santonastaso sperano ancora nel rimpasto in quanto primi non eletti delle rispettive liste).
Il secondo è ‘odierno’ ma legato al primo. Nel comunicato di Enrico Tresca che, viva la Democrazia, vi alleghiamo integralmente in calce, si legge un attacco forte a Forza Italia che ha ‘creato’ il debito dimentico della ‘transumanza’ di consiglieri che si è consumata tra il 2015 e il 2016.
Come si fa a dare del ‘politico credibile’ a Tresca che attacca Forza Italia dopo essersi preso tre quarti di amministrazione Del Gaudio per mettere Marino a fare il Sindaco e De Michele il vicesindaco? Potere della politica casertana, se così la volete chiamare.
IL COMUNICATO INTEGRALE DI ENRICO TRESCA
La sentenza della Corte dei Conti che boccia il bilancio di riequilibrio del 2016 del comune di Caserta, presentato dall’allora commissario Niccolò e approvato dal Ministero dell’Interno, è chiaramente un elemento di preoccupazione perchè impedirà di acquisire il fondo di rotazione che chiuderebbe la partita del debito post dissesto. Nonostante ciò risultano inaccettabili le polemiche strumentalmente messe in atto dalle opposizioni contro il centrosinistra.
Facciamo parlare i fatti. Quando questa amministrazione si è insediata nel giugno 2016 ha trovato una passività di ben 25 milioni, accumulata dal 2012 in poi, quindi partendo da una situazione di pareggio di bilancio dopo la dichiarazione di dissesto.
Adesso, dopo 18 mesi, lo sbilancio è sceso a 15 milioni, il che significa che si è operato riducendo quella massa del 40%. Sono stati messi in atto interventi strutturali di riduzione della spesa del personale, di riduzione delle spese per gli aggi al concessionario dei tributi, di riorganizzazione della macchina amministrativa per rendere più efficiente l’accertamento ed il recupero delle entrate e in prospettiva per internalizzare il servizio.
Si può fare di più e si può fare meglio, ma anche qui le opposizioni raccontano una realtà distorta.
Non si può negare l’evidenza delle progettualità messe in campo per recuperare finanziamenti destinati ad opere pubbliche necessarie, che altrimenti non ci potremmo permettere e che in prospettiva potranno contribuire ad una contrazione delle spese, come ad esempio alcuni degli interventi già finanziati sul patrimonio scolastico o sulla pubblica illuminazione, che porteranno ad una riduzione delle bollette per il Comune, o il biodigestore che farà risparmiare un milione e mezzo all’anno di tariffa ai cittadini e produrrà metano per il parco auto comunale.
Piuttosto se, come sembra, la Corte dei Conti fa prevalere l’interpretazione della continuità del debito pre-dissesto con quello post-dissesto, allora c’è da chiedersi come erodere ancora la attuale quota 70 milioni di eredità dal dissesto, ma questa è materia di lavoro dei prefetti della OSL.
E se Speranza per Caserta, che forse su questo punto si è distratta, pensa di avere la soluzione, spieghi alla città le sue ricette per rientrare dal debito di oltre 90 milioni, siamo tutt’orecchie e responsabilmente ne faremo uso per il bene di Caserta!
C’è una situazione difficile e va affrontata con senso di responsabilità da parte di tutti.
Non abbiamo fatto polemiche quando abbiamo scoperto ciò che le casse comunali mostravano, e abbiamo sostenuto Marino nella scelta di rimboccarsi le maniche e lavorare ad una soluzione di prospettiva.
Proprio per questo non accettiamo il paradosso che l’amministrazione di centrosinistra venga addirittura messa sul banco degli imputati da Forza Italia, che quel debito ha prodotto durante la sua amministrazione!
Un bilancio di competenza positivo negli ultimi due anni, l’ultima trimestrale di cassa positiva per oltre due milioni di euro, un ridottissimo utilizzo dell’anticipazione di cassa nell’ordine di poche decine di migliaia di euro, questi sono fatti e non sono contestabili. E questi fatti testimoniano una tendenza al riordino dei conti sulla quale non accettiamo lezioni, ma sulla quale per il bene della città siamo disponibili al confronto, quando libero informato e leale.