Caserta. E’ stato arrestato due giorni fa Carmine Sarcone, il reggente della cosca cutrese a cui è affidata la direzione e l’organizzazione degli affari delle ‘ndrine in Emilia Romagna secondo quelle che sono le istanze accusatorie mosse al gruppo dalla Direzione distrettuale antimafia presso il Tribunale di Bologna.
Le manette sono scattate dopo che già nel 2015, nell’ambito dell’operazione ‘Aemilia’, erano stati arrestati i fratelli maggiori Nicolino e Gianluigi. Carmine Sarcone, meglio conosciuto negli ambienti criminali locali come ‘faccia bella’ avrebbe interferito nel processo scaturito dall’operazione del 2015, per intimidire testimoni e ridurre le ‘colpe’ dei fratelli, e avrebbe continuato a gestire le operazioni del gruppo sul territorio emiliano.
Dalle fasi processuali in corso, e dall’indagine che ha condotto la Dda di Bologna, emerge chiaramente il clima consociativo che esiste nel territorio emiliano e romagnolo, tra i vari gruppi criminali.
Al vertice, però, le forze organizzate e dirette dai Sarcone avevano intaccato il potere e l’influenza della camorra sul territorio ridotta al ruolo di comprimario. Nicolino Sarcone, finito in manette nel 2015, aveva contattato proprio un esponente dei Casalesi, Vittorio Mormile. L’uomo, di Orta di Atella, aveva partecipato alle minacce ed intimidazioni mosse da Sarcone ad un imprenditore romagnolo per la restituzione di un debito consistente.