Maddaloni. Si è trattato di un interrogatorio durissimo quello a cui è stato sottoposto, questa mattina, Michele Della Peruta, il funzionario comunale responsabile dell’ufficio condoni accusato, oltre che di truffa, di aver intascato una tangente da 500 euro per definire contenziosi tra l’utenza e l’Ente. A interrogare l’uomo, assistito dal legale partenopeo Gennaro Pecoraro, è stato il Pubblico Ministero Alessandro Di Vico.
Era stata la difesa a chiedere quest’incontro per chiarire alcuni degli aspetti sollevati dall’inchiesta che ha condotto in carcere Della Peruta, in particolare circa le accuse di truffa, anche se il magistrato, maddalonese anch’egli, ha cercato di approfondire una delle affermazioni più ‘significative’ di quelle colte nelle intercettazioni ambientali. In una delle registrazioni si sente lo sfogo di Della Peruta e quel ‘se parlo io si rivolta il Comune’ che, ovviamente, a chi ascolta può lasciar intendere solo una cosa: che Della Peruta abbia assistito a molte condotte illecite.
Nel corso dell’interrogatorio durato 2 ore, però, il funzionario ha tentato di giustificare quell’affermazione come uno ‘sfogo della rabbia’ specificando che non ha mai assistito né al pagamento di tangenti, né tantomeno ad altre condotte illecite quanto piuttosto ad una approssimazione su come il mondo che gravita attorno all’ufficio tecnico (dagli impiegati comunali ai professionisti) si muova in maniera piuttosto approssimativa rispetto a quello che è il quadro normativo di riferimento.
Interesse è stato mostrato dagli inquirenti sulla presenza dei documenti d’ufficio a casa di Della Peruta. Parti di fascicolo, ha precisato il dipendente prima di spiegare che aveva portato le pratiche con sé solo per approfondirle.
La difesa del funzionario ha chiesto ufficialmente agli inquirenti di verificare l’esistenza della fattura del geologo che attesterebbe l’innocenza dell’imputato proprio relativamente alla questione della truffa. Nessuna domanda riguardante l’altro accusato, il geometra Michele Pietropaolo, è invece stata rivolta a Della Peruta.
L’indagine, in queste settimane, è proseguita e gli inquirenti hanno sia effettuato delle perquisizioni a casa dell’indagato sia incrociato le proprietà dell’uomo con le dichiarazioni dei redditi facendo emergere, per la difesa, un quadro di assoluta normalità.
Della Peruta è ancora in carcere a Santa Maria Capua Vetere e il difensore ha annunciato che presenterà istanza di scarcerazione per ottenere, quanto meno, i domiciliari per il suo assistito.