Caserta. Ieri abbiamo cercato di affrontare il tema del matrimonio alla Reggia cercando di allargare leggermente la visione provinciale della situazione (CLICCA QUI per leggere) e ci siamo lasciati con una domanda e con una risposta. Al di là del modello scelto per i Beni Culturali cosa porta, materialmente e concretamente, alla città di Caserta questi eventi celebrati alla Reggia? Niente, avevamo risposto.
Oggi che ci hanno spedito il menù della serata che ha visto coronare il sogno d’amore della figlia dello stilista Morato, ne abbiamo avuto un’ulteriore certezza. Gran bel menù, essenziale e ristretto rispetto ai tradizionali banchetti matrimoniali e, forse, sottotono rispetto alla location scelta, il complesso borbonico, dove ci si poteva aspettare anche una 30ina di portate per gli ospiti.
E invece no, saranno delusi i fautori del trash. Il menù conta 4 portate: 1 antipasto, 2 primi e un secondo con contorno oltre a torta e dolci. Impossibile trovare uno spunto di casertanità nel menù: scamponi ‘alla Vittorio’ con maionese leggera e misticanza; risotto alla parmiggiana con fonduta di formaggio e tartufo bianco d’alba; mezzi paccheri ‘alla Vittorio’ con burrata di Andria; guancetta di vitello al porto bianco con crema di patate. C’è tutto, dal tartufo piemontese alla burrata pugliese.
L’unico accenno ‘campano’ è tra i vini: Costa d’Amalfi Cuomo unitamente allo Zanella del Bosco e allo champagne Roederer.