SESSA AURUNCA (di Lucio Novelli) – Pierpaolo Filippelli è il nuovo Procuratore aggiunto alla Procura della Repubblica di Napoli.
L’importante nomina per il magistrato della “Terra Aurunca”, infatti la sua famiglia originaria della frazione di Cascano, è avvenuta il 9 giugno.
La quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha votato all’unanimità e accettato la richiesta di trasferimento da Torre Annunziata a Napoli per occupare il posto di Giuseppe Borrelli vacante dal 22 gennaio.
Giova rilevare che Filippelli aveva già lavorato alla Procura di Napoli dal 2004 per ben undici anni. In seguito trasferito a Torre Annunziata con la qualifica di Procuratore Aggiunto.
Per un anno sempre a Torre Annunziata è stato anche Procuratore della Repubblica facente funzione perché Alessandro Pennaselico era andato in funzione.
Pierpaolo Filippelli, cinquantadue anni, si è sempre distinto riuscendo ben ad amalgamare la cultura umanistica, le capacità investigative e in particolar modo il ruolo delicato e sopra delle parti che interpreta il magistrato. L
a famiglia del Magistrato ha sempre avuto una propulsione al valore inossidabile della cultura.
La madre si è sempre distinta nelle scuole del comprensorio come un’ottima insegnante. Il papà che lo scrivente ha conosciuto bene prima come studente e poi come amico è il mitico professor Renato Filippelli, professore universitario al Suor Orsola Benincasa di Napoli, poeta e storico della letteratura italiana.
Ecco che a Pierpaolo Filippelli sin da giovane ha avuto un’importante educazione basata sulla genesi remota della cultura, dei valori di solidarietà e di assoluto rispetto della legge.
Su queste basi pedagogiche si è formato il Filippelli magistrato prima al liceo classico poi negli studi universitari e poi al concorso nella magistratura che vince con grande merito.
Il primo aggettivo con cui può essere identificato il Magistrato Filippelli è quello di “defensor civitatis”.
Negli anni 90 entra in magistratura è spedito subito in un territorio caldo che è Catania dove rimarrà per ben sette anni.
Combatte con fermezza reati come: delitti contro il patrimonio con successo. E’ bene evidenziare che questo tipo di reato si combatte contro chiunque distrugge, disperde, deteriora, delibera e rende, in tutto o in parte inservibile cose, immobili altrui con violenza alla persona o con minaccia, reati urbanistici e ambientali.
Altri reati che ha combattuto in Sicilia sono state le norme alle violazioni urbanistiche paesistiche e ambientali.
Questo spirito ecologisti sta lo accompagnerà nel suo percorso di magistrato che vedremo più avanti nell’articolo. E’ palese a chiunque legge che subito è diventato un pubblico ministero antimafia incurante delle minacce alla sua incolumità personale.
Dopo la Sicilia approda a Napoli. Vi ricordate quando il filosofo e psicologo in estrema sintesi disse: “L’uomo sta a inquinando l’aria, l’acqua, il suolo, gli animali… e se stesso, al punto che è legittimo domandarsi se, fra un centinaio d’anni, sarà ancora possibile vivere sulla terra.” Sono convinto che Filippelli abbia fatto suo questo motto.
Con una perseveranza e tenacia e la piena collaborazione delle Forze dell’Ordine ecco Filippelli con la severa spada della legge combattere la camorra e camorristi nella terra dei fuochi contro il biocidio frutto di un’economia disumana che considera cose e persone alla stessa cosa.
Tutti ormai sono a conoscenza, dove la lunga mano della camorra e dei cosiddetti colletti bianchi che operano nel retroscena del malaffare, hanno fatto lucrosi guadagni avvelenando la terra e i suoi abitanti che molti sono morti a causa di gravi malattie in seguito alla distruzione di una delle terre più fruttuose d’ Italia nel campo dell’ agricoltura e dell’ allevamento.
Molti sono stati i camorristi arrestati dal magistrato Filippelli tanto è vero che ha subito anche dure minacce di morte. Alcune patologie, come il tumore al seno, varie forme di leucemie e malformazioni, l’asma, sono dunque collegate al sistematico smaltimento illegale dei rifiuti perpetrato negli ultimi decenni nell’area compresa fra le province di Napoli e Caserta.
Recentemente la Procura della Repubblica di Napoli Nord d’intesa con l’Istituto Superiore di Sanità hanno tracciato in 38 Comuni della terra dei fuochi provincia di Caserta e Napoli dove più alta è stata l’incidenza dei versamenti illeciti una mappa sanitaria ad alto rischio di salute.
Nei centri interessati dall’indagine, che insistono su 426 chilometri quadrati e su cui è competente la Procura di Napoli Nord, sono stati individuati 2.767 siti di smaltimento illegale.
Più di un cittadino su tre – nel dettaglio il 37% dei 354mila residenti nei 38 Comuni – vive ad almeno 100 metri di distanza da uno di questi siti, esponendosi a una «elevatissima densità di sorgenti di emissioni e rilasci di composti chimici pericolosi per la salute umana».
Ritornando alla carriera di Filippelli come anticipato nell’ articolo dopo 11 anni viene trasferito a Torre Annunziata. E cosa fa il nostro magistrato? Rende difficile la vita agli scavatori clandestini e ai trafficanti di opere d’arte. Coordinando un pool di magistrati mette fine al saccheggio che periodicamente avveniva nel parco archeologico di Pompei.
Neanche qui la camorra ha avuto vita facile. Dura è stata la lotta di Filippelli contro due importanti clan di quel territorio: Ascione a Torre Annunziata e Birra a Ercolano. Ecco quando affermo che la cultura umanista di Filippelli presente nel suo DNA si distingue anche in altri settori. Infatti, non si risparmia mai nel tenere conferenze e dibattiti con gli studenti in varie città della Campania.
Questo il suo pensiero specifico: “La piaga sociale della camorra si combatte e si vince. Un ruolo importante ha la Magistratura, le forze dell’Ordine, gli Enti Pubblici e la Scuola. Più strutture sociali ai giovani e tolleranza zero al bullismo.
Ognuno di noi, afferma Filippelli, deve fare la sua parte, perché, senza tema di smentita, posso affermare, alla luce della mia esperienza professionale, che è certamente possibile con l’impegno combattere la criminalità organizzata e le varie forme di illegalità che devastano il territorio”.
Prima di chiudere quest’articolo ho fatto una domanda specifica al Magistrato Filippelli che è questa: che ruolo ha avutola Magistratura in provincia di Caserta a difesa dell’ambiente?
Ecco la risposta: “In questi anni proprio sul territorio della provincia di Caserta, occorre dire a chiare lettere che la Magistratura è stata una delle istituzioni in primissima linea nel difendere l’ambiente e la sua popolazione dalla minaccia della camorra e delle ecomafie.
Se parte del territorio della provincia di Caserta è stato per anni abbandonato da alcune istituzioni, questo non può essere imputato alla Magistratura che ha fatto sempre anche in queste zone, il suo dovere, ottenendo risultati di straordinaria importanza.
Potrei documentare con prove alla mano l’impegno costante della magistratura casertana e napoletana grazie alla quale sono stati disarticolati e sgominati interi clan, arrestati e condannati a pene pesantissime centinaia di camorristi e trafficanti, confiscati i loro beni per svariati milioni di euro, stanati e catturati latitanti che per anni si erano sottratti ai provvedimenti restrittivi e sentenze di condanna”.
Il magistrato Filippelli e come lui tanti altri colleghi non si stanca mai di ripetere che l’illegalità si potrà vincere solo quando si daranno tante risorse alla scuola e alla cultura. C’è l’assoluta convinzione che le organizzazioni criminali, le illegalità, le ingiustizie, che esse provocano si combattono e si sconfiggono proprio nelle scuole, nelle università, nelle palestre, nelle parrocchie.