Santa Maria Capua Vetere. (red. cro.). L’ipotesi portata avanti dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere trova in Roberto Pirro il cuore pulsante di una vera e propria associazione a delinquere messa in piedi per garantire una certa gestione del settore comunale delle Politiche Sociali oltre che dell’intero ambito C8. La denuncia della badante ‘fantasma’ di Enzo ‘o Tufo, Vincenzo Merola assessore del comune di Curti all’epoca dei fatti e formalmente indagato, fa partire le indagini con il sequestro dei fascicoli del progetto ‘Home care premium’.
Gli inquirenti affiancano, al sequestro dei documenti, anche le prime testimonianze. Particolarmente significativa resta quella di Ida Romano, addetta comunale al settore politiche sociali. Parlando con la Romano gli inquirenti rintracciano primi significativi elementi per poter contestare la ‘necessarierà’ del trasferimento dalla Regione di Roberto Pirro voluto da Biagio Di Muro per guidare l’Ambito c08.
“Non è vero – esordisce la Romano chiamata in Procura il 3 novembre 2014 – che nell’ambito dell’ente non vi era personale in possesso dei requisiti richiesti per ricoprire i citati incarichi, che dunque sono stati assegnati dall’”Ambito” al dr. PIRRO, che ricopriva incarico presso la Regione Campania. Infatti l’incarico di Responsabile dei Servizi Sociali, nel contesto della precedente amministrazione e del commissariamento del Comune, era ricoperto dalla dr.ssa CECERE Erminia, attualmente relegata al ruolo di assistente sociale”.
Mentre la Romano si trova in Procura riceve un sms proprio da quest’ultima che è in Comune e che ha sentito parlare Pirro con Nicola Santoro, il responsabile della cooperativa Invento (che assieme alla Hares sono le beneficiarie di questa rete tra politica e cooperative): “la dobbiamo distruggere” avrebbero concordato dopo aver compreso che la Romano poteva rappresentare un problema alla struttura parallela di gestione dei servizi sociali se messa di fronte alle autorità inquirenti. Su questo messaggio capirete solo alla fine dell’articolo perchè può esserci più di un dubbio.
Sono proprio loro a dover ricostruire nell’ordinanza, la procedura burocratica più corretta per nominare un esperto nel settore ‘Politiche sociali’ come se nessuno di quelli che avevano firmato la delibera di Giunta 84 del 19 novembre 2011 (vale a dire Sindaco, assessori presenti e Segretario comunale verbalizzante) fosse in grado di discernere come si gestisce correttamente un Comune.
La delibera di giunta 84 stabiliva l’assegnazione al comune di Santa Maria Capua Vetere del funzionario Regionale Roberto Pirro in qualità di esperto del settore ‘Politiche Sociali’. Invece di decidere in sala Giunta, scrivono gli inquirenti, Di Muro avrebbe dovuto pubblicare un bando anche sul sito del Comune per consentire a tutti quelli in possesso dei requisiti di poter partecipare. Inspiegabile come Pirro si presenti al Comune il 13 settembre 2011 per depositare il curriculum professionale e la richiesta di disponibilità per ricoprire un incarico che non era vacante. A tal proposito significativa, quanto quella della Romano, è la voce di Erminia Cecere relegata, per far spazio a Pirro, al ruolo di assistente sociale, e che è in grado di ricostruire il percorso effettuato da Pirro all’interno dell’organigramma comunale e dell’Ambito.
“Nell’ambito dell’Ente, vi erano già professionalità specifiche, in particolare io, la dr.ssa Guarino Francesca e la dr.ssa Costabile Antonella, che è andata via a luglio perché ha vinto altro concorso. Quindi, dopo la sua nomina è stato distaccato presso il Comune con un incarico non di primo livello. In pratica avrebbe dovuto svolgere la mansione di educatore professionale e si sarebbe dovuto occupare di materia socio sanitaria. Dopo pochissimo tempo dal suo avvento, risalente al novembre 2011, credo un paio di mesi e quindi agli inizi del 2012, ha avuto la nomina diretta dal Dr. Laurenza, a responsabile dei Servizi Sociali. Tale incarico gli ha consentito un notevole guadagno in termini economi poiché ad uno stipendio di livello D1 ha aggiunto l’indennità di posizione che al momento non so quantificare. E’ da aggiungere che il dr. Pirro Roberto, con verbale del Coordinamento Istituzionale, che sarebbe il tavolo politico composto dai Sindaci o rappresenti dei Comuni facenti parte dell’Ambito Territoriale, ha ricevuto anche la nomina di Coordinatore dell’Ufficio di Piano, incarico di nomina politico per il quale ritengo, verosimilmente, debba per forza percepire qualche compenso.”
Sempre la Cecere, ricostruisce il momento in cui Pirro viene inserito, in pianta stabile al comune di Santa Maria Capua Vetere, ufficializzando il trasferimento determinato ottenuto dalla Regione. Il tutto avvenne “attraverso un avviso di mobilità volontaria, ex art. 30 D. L.vo 165/2001, pubblicato dal Comune di S. Maria C.V. in data 8.10.2014, per l’assunzione a tempo indeterminato di un istruttore direttivo dei servizi sociali con categoria D1. Il bando in questione, di cui vi fornisco copia, detta requisiti di partecipazione attagliati alla figura del PIRRO. Tra i suddetti requisiti è prevista una “esperienza almeno biennale quale responsabile dei servizi sociali e diritto allo studio” nonché quella di “responsabile e coordinatore Ufficio di Piano ambito territoriale, ai sensi della L. 328/2000 e della L. Regionale della Campania n. 11 /2007”. Requisiti maturati ed in possesso, in pratica, nel nostro ambito, solo dal Pirro, a far data dal novembre del 2011. Inoltre sono indicati quali requisiti necessari per la partecipazione al bando alcuni dettagli che, invece, in un contesto ordinario, dovrebbero essere valutati, semmai, quali titoli incrementali. Unico requisito di ammissione per un posto del genere è quello del titolo di studio richiesto. Tutto il resto, la parte curriculare, dovrebbe essere valutato come titolo preferenziale e magari servire ad attribuire punteggi maggiorativi rispetto ad altri concorrenti. Così come fatto, in pratica, al bando poteva partecipare solo lui. Gli esiti dell’avviso in questione si conosceranno a far data dal 7.11.2014″.
Fin qui, la ricostruzione della Cecere che, all’epoca, era solo una persona informata dei fatti. Solo successivamente sarebbe stata inserita nel registro degli indagati. La circostanza, e qui torniamo al messaggio spedito alla Romano proprio mentre questa era in Procura a testimoniare, potrebbe far credere ad una sorta di coalizione tra le due donne per scaricare tutte le responsabilità su Roberto Pirro anche se il Gip Alessandra Grammatica ritiene valida, come la giurisprudenza ha confermato nel tempo, la testimonianza resa prima dell’iscrizione nel registro degli indagati della Cecere. Ad ogni buon conto, gli inquirenti non si sono fidati solo della Cecere e della Romano ma hanno seguito, allegando i provvedimenti, il percorso professionale di Pirro dal 2011 al 2014. Da ‘esperto’ a scadenza a ‘superdirigente’ a tempo indeterminato riscontrando così quanto la procedura adottata fosse anomala.