SAN FELICE A CANCELLO – Mario e Giuseppina erano due persone perbene e stimati dai loro concittadini, una coppia come si suol dire, “casa e chiesa”. Infatti, Mario, sacrestano e persona di fiducia di don Giuseppe De Rosa, parroco della chiesa di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, trascorreva le sue giornate in parrocchia.
Era il cosiddetto tuttofare, colui che aveva il compito di aprire e chiudere il portone della parrocchia e conosceva ogni piccolo spostamento del parroco.
“Spesso gli dicevo che gli mancava solo celebrare le messe, era capace di portare avanti con amore e dedizione tutto quello che gli si chiedeva. Mario non diceva mai di no”, ha spiegato don Giuseppe, scosso e, soprattutto, sotto choc per quello che avvenuto ieri a San Felice a Cancello, in una palazzina di due piani dislocata nella centralissima via Napoli.
“Non riesco ancora crederci – ha continuato il parroco – lui specialmente era la mia quotidianità, un amico fedele con il quale potersi anche confidare. Ci siamo sentiti telefonicamente, la sera prima dell’esplosione della palazzina, in quanto ero fuori per un aggiornamento con il vescovo.
Sono rientrato di corsa, questa mattina, dopo che ho appreso questa notizia. Abbiamo pregato fino alla fine, ho addirittura chiamato sul suo cellulare per tutta la giornata; squillava ma nessuno mi ha risposto.
Poi, è arrivata la notizia della sua morte e lì mi è cascato il mondo addosso”. Don Giuseppe e tutta la comunità della popolosa frazione di Cancello Scalo, non riescono a dare una spiegazione ad una tragedia che sarà difficile da cancellare.