Rubrica a cura di Nando Astarita
Covid: Si salvi chi può?
Se fosse possibile uno screening di massa istantaneo forse andrebbero in clausura tre quarti degli italiani visto che la catena della quarantena si allunga rapida appena qualcuno in famiglia, a scuola, sul lavoro è accertato positivo al contagio.
Il fatto è che i “contatti “ sono di fatto e per lo più inevitabili per ragioni affettive, di studio ed economiche, al di là naturalmente di quelli superflui generati dall’ imbecillità.
Ma oggi, all’allarme scattato per il concreto rischio di appendere a breve sullo Stivale il cartello “FUORI SERVIZIO”, ecco che quel ragionevole “isolamento”, tanto raccomandato finora perché utile a contenere i contagi, verrà di colpo ridotto per legge forse a soli 3 gg, cioè un termine che puzzerebbe d’ipocrisia o di codardia lontano un miglio.
Tanto varrebbe eliminarlo del tutto, così come già accaduto in Sudafrica, e suggerire piuttosto l’uso massiccio di corni o di santini secondo fede.
Insomma, se su Chigi sventola bandiera bianca e se nel nostro territorio Castropignano, malgrado il populistico coinvolgimento di esperti in tutt’altro, si dimostra incapace perfino di contenere i polli di un’aia, allora forse è ora che prevalga il ‘sempre valido “si salvi chi può” .
Vale a dire, se qualcuno finora ha avuto la buona sorte dell’immunità dal contagio, non si senta affatto protetto da questa scelta governativa invocata a furor di Governatori regionali ognuno impegnato a tutelare gli interessi economici del territorio e nemmeno si senta protetto dalle “toppe” finto decisioniste del governo locale.
Piuttosto, ognuno emetta il proprio decreto, la propria ordinanza per tutelare il più possibile se stesso. Cosicché quel che ne sarà non potrà dirsi venuto dal cielo, da Roma o da Castropignano ma, probabilmente, solo da ciò che gli avranno dettato, finalmente, i propri neuroni.