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CASERTA – Il CPIA di Caserta celebra la Giornata della Memoria. Martedì 31 gennaio  presso l' aula magna dell' Istituto "Michelangelo Buonarroti" di Caserta, nell' ambito della settimana dedicata alla celebrazione della Giornata della Memoria 2023, si è tenuto un interessante e seguitissimo evento divulgativo,  organizzato dal Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Caserta, con la partecipazione del Maestro Luca Gianfrancesco,  autore e regista del pluripremiato  film-documentario

dal titolo "Terra Bruciata, il laboratorio della ferocia nazista in Italia", prodotto dall’Istituto Luce,  un' intensa e toccante  pagina del racconto della Resistenza e della ferocia nazista in Italia, che narra il dramma vissuto dalle comunità della Campania e della zona  dell' "Alto Casertano" in particolare durante il secondo conflitto mondiale.

L'evento è stato introdotto dagli interventi  del Dirigente Scolastico del CPIA di Caserta  Raffaele Cavaliere e della docente dl CPIA Amelia La Gamba ed ha visto l'apprezzatissima partecipazione del Maestro Luca Gianfrancesco e la proiezione di alcune delle parti più significative del docu-film. Numerosi gli studenti della sede di Caserta del CPIA  presenti all' incontro coordinati dal docente referente della sede Prof. Vincenzo Piscitelli. Presenti anche alcuni studenti e docenti del corso serale di II Livello dell' ITS BUONARROTI di Caserta, diretto dalla Preside Vittoria De Lucia, che ha perfettamente ospitato e supportato la manifestazione.

"Terra Bruciata" inizia da un tragico e quasi sconosciuto fatto storico: la mattina del 1° novembre 1943, a Conca della Campania, un piccolo Comune della Provincia di Caserta, 19 civili vengono trucidati da una pattuglia di militari tedeschi. Nel docu-film risalta in particolare la figura di Graziella Di Gasparro, figlia di uno dei caduti quel giorno, che ha lottato per anni per tener viva la memoria di quell'eccidio dimenticato. L’assassinio del padre di Graziella fu il terribile epilogo della brutale occupazione del territorio che l’esercito tedesco mise in essere in tutta la Campania centrosettentrionale a partire dall’8 settembre, data dell’armistizio. Il casertano - primo territorio italiano ad essere dichiarato “Zona di Operazioni” - dovette sperimentare la devastante onda d’urto delle brutali leggi di guerra germaniche che si accanirono contro la popolazione civile.

L’esautorazione delle istituzioni, le razzie dei beni di consumo, il rastrellamento e la deportazione degli uomini abili verso i campi di lavoro in Germania - furono circa 21.000 - e la devastazione degli impianti produttivi, delle infrastrutture e delle abitazioni civili sono le condizioni nelle quali maturarono le ragioni che diedero vita alle prime azioni di resistenza organizzate dai civili in Italia. Dopo le Quattro Giornate di Napoli, a Riardo, un piccolo centro a pochi chilometri da Capua, una banda partigiana riesce a scacciare con le armi i tedeschi dalla cittadina mentre le istituzioni e gli abitanti di Tora e Piccilli, con il silenzio, salvano una cinquantina di ebrei dalla deportazione. Ed è proprio in risposta a questa insubordinazione, ormai diffusa sul tutto il territorio, che i comandi tedeschi danno libero sfogo al dissennato campionario di violenze contro la popolazione civile che causò, nella sola provincia di Caserta, 752 vittime. Pochi sanno che Caserta è la provincia dell’Italia meridionale più colpita dallo stragismo nazista.

La strage di Conca della Campania, quindi, assume un ruolo chiave per comprendere al meglio quel processo ché trasformò l’occupazione tedesca dell’Italia da una presenza militare “tollerata” ad un’egemonia aggressiva e violenta nei confronti della popolazione civile. Graziella, dopo anni di sofferenze, con la visita dell’ambasciatrice tedesca a Conca della Campania, in occasione della 73ª commemorazione della strage, oltre al riconoscimento per le sofferenze, sue e dei suoi concittadini, ha finalmente avviato un processo di riconciliazione con il suo tragico passato.

Luca Gianfrancesco, con grande passione e determinazione ha realizzato  un' opera molto accurata e coinvolgente,  che andrebbe proiettata in tutte le Istituzioni Scolastiche italiane, ha commentato il Preside Raffaele Cavaliere al termine dell' evento. Il motivo? Perché racconta mirabilmente ciò che accadde dopo l'8 settembre 1943 da una prospettiva nuova che rende giustizia a chi nel Sud Italia combatté a rischio della propria vita il nazifascismo ed a chi ne fu vittima innocente, ha concluso il dirigente scolastico del CPIA, che ha fortemente voluto la realizzazione di questo evento con la presenza del Maestro Gianfrancesco, a cui è stata donata una targa ricordo al termine della proiezione del docu-film e del vivace  dibattito che ne è seguito.

Un film-documentario straordinario, che trova nell'ostinata volontà di fare memoria da parte della figlia di un innocente ucciso dai nazisti il suo spunto di partenza e  si allarga immediatamente a comporre un quadro storico grazie a due elementi fondamentali. Da un lato ci sono gli storici e gli studiosi che collocano quella precisa vicenda in un contesto preciso e documentato. Dall'altra c'è il lavoro fatto dal regista con i testimoni dell'epoca. Un intervento che è estremamente prezioso perché si tratta di persone molto anziane che hanno l'opportunità di ricordare e ricordarci quanto accadde prima che le  malattie o gli inevitabili trapassi dovuti all'età ci privino della loro parola e delle loro emozioni.

Perché a quasi 80 anni da quei tragici eventi alcuni di loro ancora si commuovono nel rivisitare quei momenti ed in tutti si avverte la consapevolezza della necessità di una testimonianza veritiera non filtrata dal trascorrere degli anni. Molti addirittura raccontano come se avessero ancora davanti agli occhi quegli accadimenti. Gianfrancesco però inserisce un'ulteriore cifra narrativa nella sua opera,  addentrandosi nel terreno, talvolta accidentato, della ricostruzione in stile docufiction. Una memoria avvincente e commossa, per ricordarci che la Storia del Paese appartiene al Paese intero.