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LO SCUDETTO. L'aereo del Napoli è atterrato: due paesini del Casertano 'vestiti a festa' per salutare gli azzurri

GRAZZANISE / SANTA MARIA LA FOSSA - Due paesini - Santa Maria la Fossa e Grazzanise - "vestiti" a festa come fossero quartieri di Napoli, famiglie con tanti bimbi in attesa lungo la provinciale di solito deserta e puntellata solo da aziende bufaline ed estese campagne, un entusiasmo contagioso e tangibile a Castel Volturno fuori del quartiere generale del Calcio Napoli, dove centinaia di tifosi hanno atteso il pullman azzurro, arrivato però senza giocatori: i neocampioni infatti dall'aeroporto di Grazzanise sono tornati a casa con mezzi propri.

A Castel Volturno comunque intere generazioni si sono incontrate nel segno della gioia sportiva. C'è Giuseppe, 70enne napoletano di piazza Cavour, che ha avuto la fortuna di vedere tutti e tre gli scudetti del Napoli. "Il primo fu il più bello, questo ha rappresentato una liberazione dopo 33 anni di attesa. E pensare che ad inizio anno non ero tanto fiducioso, poi dopo le prime partite ho capito che non ce n'era per nessuno.

Spalletti è stato eccezionale perché ha creato una vera famiglia tra i giocatori, è questa la cosa che più mi ha emozionato. E il calciatore più forte è Lobotka". C'è Maria, casertana di 30 anni, che tifa e segue il Napoli da sempre, "praticamente da quando sono nata".

Per Maria la svolta della stagione è stato il gran gol di Osimhen a Roma contro i giallorossi ad ottobre scorso". Mariano, 39 anni di Napoli, è insieme al figlio Ciro, per entrambi la festa scudetto arriva per la prima volta. Michele è arrivato da Siena solo per la festa.

"Lavoro fuori ma non potevo mancare a questa festa di popolo". Enzo e Giovanni sono padre e figlio, il primo ha vissuto i due scudetti griffati Maradona, "ma questo tricolore è più emozionante perché sto con mio figlio"; Giovanni sorride e abbraccia il papà. "Una gioia enorme - dice l'adolescente - che ho provato, anche se con meno intensità, nella vittoria per 5-1 contro la Juventus a gennaio".