MARCIANISE – “Molte volte ho accompagnato mia figlia in ospedale. Il suo corpo era pieno di lividi, graffi. A volte non riusciva neppure a camminare per i forti dolori alla schiena tanto che dovevo sorreggerla. Ho sempre avuto paura che le accadesse qualcosa di brutto, di non rivederla più”.
È la dolorosa testimonianza resa dal padre della vittima ventisettenne nel corso dell’udienza dibattimentale, celebrata dinanzi alla Prima Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in composizione collegiale presieduta dal giudice Francesco Ciocia con a latere i giudici Marzia Pellegrino e Eugenio Polcari, nel processo a carico di L.M., 38 anni di Marcianise, imputato per maltrattamenti, lesioni personali aggravate, sequestro di persona, violenza sessuale, violenza privata ai danni dell’ex moglie.
“Mia figlia è rimasta segnata e purtroppo è ancora innamorata dell’ex marito. In tutti i modi ho cercato di farle capire che non erano fatti l’uno per l’altra”, ha raccontato il padre della vittima al Sostituto Procuratore Chiara Esposito. “Mia figlia non mi ha raccontato fino in fondo quello che ha passato, cercava di proteggerci forse”.
Secondo quanto accertato dai militari, a partire dal 2017 nel corso della convivenza ed anche dopo la cessazione della stessa avvenuta nel 2019 in maniera pressoché quotidiana M.L. si è reso responsabile di una serie di reati nei confronti dell’ex moglie.
Nei numerosi episodi di violenza si sarebbe consumato anche un rapporto non consenziente sulla cui ricostruzione in corso del dibattimento sono emersi dei dubbi.
Si torna in aula la settimana prossima per l’escussione di testi della pubblica accusa. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Enzo Domenico Spina e Umberto Elia.