MARCIANISE – La tragedia della maestra Raffaella Maietta di Marcianise resta ancora avvolta nel mistero.
Cosa sia davvero accaduto il 5 maggio scorso alla stazione ferroviaria di Marcianise lo si potrà scoprire, forse, solo grazie all’indagine che sta portando avanti la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere dopo la denuncia presentata dalla famiglia della donna di Marcianise che non crede all’ipotesi del suicidio.
Si continua a indagare per capire se si sia trattato di incidente, di suicidio volontario o istigazione al suicidio. Ecco perché il pubblico ministero Cozzolino ha ordinato il sequestro del telefono della vittima e sta facendo interrogare dalla polizia giudiziaria tantissime persone che avevano avuto contatti diretti o indiretti con Raffaella.
Nelle ultime ore è stato rintracciato anche il nome dell’amica che era solita viaggiare con lei in treno ogni mattina da Marcianise a Napoli.
Punti chiave dell’intera vicenda sono essenzialmente tre. Innanzitutto il contenuto del telefono, che il magistrato ha provveduto a far sequestrare e che adesso dovrà essere analizzato per scavare nella vita di Raffaella e focalizzare l’attenzione sui numeri chiamati o da cui ha ricevuto telefonate, le chat ed i messaggi. Quindi si avrà un allargamento dell’indagine. In secondo luogo il contenuto della deposizione dell’amica e collega di lavoro di Raffaella, anche lei di Marcianise. Infine l’interrogatorio del noto medico specialista neuropsichiatra e psicologo del casertano che aveva visitato di recente Raffaella.
A tutto ciò si aggiungono le testimonianze delle persone presenti nella stazione ferroviaria di Marcianise al momento della tragedia. In primis quella di un giovane studente universitario che frequenta la facoltà di scienze politiche di Caserta e che ogni giorno si reca in stazione e sale in treno.