antica cittadella
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Un panorama di Las Vegas
Un panorama di Las Vegas

Quando si affronta il tema del gioco d’azzardo in Italia, parlare di normative è quasi inevitabile – entrate fiscali e tutela sociale sembrano costantemente intrecciarsi e scontrarsi. Prendendo il dato dello scorso anno, si scopre che il settore ha riversato più di 11,6 miliardi di euro nelle casse pubbliche, segnalandosi come un motore economico di una certa importanza. 

 

Impatto sociale ed economico delle normative sui casinò sulla politica pubblica

L’ascesa dei casino online accompagna anche una serie di nuove sfide su più fronti, dal riciclaggio di denaro alle problematiche legate alla dipendenza. Regolare il mercato non basta: le leggi spesso finiscono per guidare la direzione stessa delle politiche pubbliche, in quel tentativo talvolta un po’ contorto di bilanciare ricchezza e responsabilità collettiva. Equilibrio, parola che qui non trova mai una vera quiete.

 

 

Crescita economica e ricadute sul territorio

 

Negli ultimi anni, il gioco – che sia d’azzardo tradizionale o digitale – si è trasformato, almeno per alcune località italiane, in una sorta di spinta economica molto concreta. Se si guardano i numeri del 2023, il Preu e le imposte sui profitti hanno regalato risultati considerevoli. 

 

Negli ultimi anni il gioco d’azzardo tradizionale o digitale si è trasformato in alcune località con oltre 10 mila posti di lavoro tra diretti e indotto italiane

Si parla di 11,6 miliardi di euro; difficile ignorarla, una somma del genere, soprattutto perché supera di gran lunga diversi altri segmenti del terziario. Non finisce tutto ai dati: i casinò fisici, ad esempio, arrivano a mantenere oltre 10 mila posti di lavoro tra diretti e indotto – senza contare chi gira intorno al turismo collegato, dai ristoranti agli hotel, fino ai negozi locali. 

Il digitale, peraltro, avanza a passi rapidi: stime recenti suggeriscono che entro fine 2024 il mercato online potrebbe addirittura toccare i 3,21 miliardi di dollari di fatturato. Così, tra nuove licenze e pressioni fiscali che talvolta raddoppiano, lo Stato sembra intenzionato a non lasciarsi sfuggire nessuna opportunità di incasso, specie nel panorama delle piattaforme digitali.

 

 

L’equilibrio tra regolamentazione e liberalizzazione

Nel dibattito attuale, il tema della regolamentazione del casino online divide nettamente esperti e decisori politici, soprattutto dopo l’introduzione di nuove imposte e licenze nel 2023. Da qualche tempo, leggi sempre più restrittive vengono presentate come strumenti per contrastare la criminalità organizzata, storicamente molto interessata al gioco illegale e ai rischi connessi al riciclaggio. Uno studio di Gioco Responsabile, datato 2024, parla di oltre l’11% delle operazioni sospette in Italia legate in qualche modo al gambling digitale. Sul versante opposto, però, una regolamentazione troppo pesante rischia di fare proprio il gioco della concorrenza illegale e mettere in grande difficoltà chi opera secondo le regole. 

Vale anche per la fiscalità sulle vincite: molte piattaforme straniere attraggono gli utenti italiani proprio per via della tassazione nazionale, considerata tra le più alte d’Europa. La normativa, si potrebbe dire, attraversa una fase di instabilità e aggiustamenti, mentre i governi tentano di barcamenarsi tra necessità di controllo e spinta all’innovazione tecnologica. Che la rotta cambi ancora, nei prossimi anni, è una possibilità tutt’altro che remota.

 

 

Impatti sociali e salute pubblica

Oltre i bilanci e le statistiche c’è la dimensione sociale, quella meno visibile ma più sofferta. In Italia l’espansione dell’azzardo ha portato a un incremento delle problematiche legate alla dipendenza: le indagini di enti pubblici tra 2023 e 2024 sembrano raccontare questo trend non proprio rassicurante. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il 36% degli assidui mostra almeno un sintomo di disagio, cifra che fa riflettere. L’apparato normativo ha risposto – almeno in parte – con iniziative di prevenzione, obbligando i casinò ad adottare pratiche più responsabili e a investire nella formazione di chi ci lavora. 

Tuttavia, la facilità d’accesso ai giochi online complica parecchio il lavoro di chi, istituzioni in testa, vorrebbe sorvegliare e intervenire dove serve di più: tra le fasce deboli o in condizioni rischiose. Il tema delle modifiche normative, di conseguenza, resta aperto. Anche perché il settore, pur sotto attacco, è fonte di posti di lavoro e risorse vitali per molte comunità.

 

Politiche pubbliche e nuovi equilibri

Le politiche pubbliche, oggi, assomigliano a una strada biforcata, con segnali spesso poco chiari. Alcune regioni tentano la via degli incentivi fiscali per attrarre investimenti ed energizzare economie locali, mentre invece a livello nazionale dominano nuove verifiche e norme anti-evasione. Trovare la giusta via di mezzo tra regolazione e apertura rimane uno degli scogli maggiori: troppe regole e il rischio è vedere crescere l’illegalità, troppe libertà invece mettono a disagio i più vulnerabili. 

Uno studio pubblicato nel 2024 – “L’impatto dei casino online sull’economia italiana” – suggerisce l’approccio “ibrido”: meno ideologia, più pragmatico con controlli seri, ma senza scoraggiare chi si muove nel rispetto delle regole. La direzione? Forse verso una flessibilità maggiore, soprattutto mentre il digitale corre e le richieste di tutela aumentano sotto la superficie.

 

Responsabilità e gioco consapevole

Sul tema del gioco responsabile, difficile non avvertire un senso di urgenza: il pubblico è sempre più vario e connesso, i rischi mutano e crescono. Le normative italiane cercano di porre argini: limiti precisi, sensibilizzazione, e la possibilità di accesso a supporto psicologico per chi attraversa momenti difficili. 

Ma non può bastare. Responsabilità e cautela devono metterci del proprio già dal singolo – un invito, più che una regola, a informarsi e, se serve, a chiedere una mano. Solo così, forse, ci saranno le condizioni per far convivere redditività ed equilibri sociali meno precari di quelli visti finora.