Marcianise. La polemica tra il sindaco Antonello Velardi e il consigliere regionale Gianpiero Zinzi si è alzata ‘di livello’ e allargata al ‘terzo incomodo’ Dario Abbate, il quale, da par suo, probabilmente sarebbe stato ben contento di restarne fuori. Il nuovo post del sindaco Velardi è più di un attacco ‘politico’, è un atto di accusa vera e proprio.
Partiamo dai concetti che il sindaco esprime. Abbate e Zinzi gli danno lezioni sulla camorra? Velardi non le accetta e parla di ‘messaggio trasversale’. “Appena parla di cose di Marcianise, il giovane Zinzi pesta la merda” e fin qua gli si potrebbe solo rimproverare uno stile oxfordiano. L’asticella si alza quando Velardi scrive di Zinzi e Abbate come se le due famiglie fossero realmente famiglie in contatto con la camorra.
‘A Marcianise sanno chi sono io e sanno chi sono i Zinzi e gli Abbate, sanno chi di noi tre ha avuto rapporti e legami con la camorra. Lo sanno. Sanno chi ha avuto familiari in affari con la camorra, chi ha avuto familiari camorristi, chi ha avuto accanto a sé gli specchiettisti della camorra, chi ha fatto affari con la camorra, chi andava a casa dei camorristi, chi ha fatto i soldi a palate. Lo sanno tutti. Un giorno che si alzerà finalmente un pentito, un pentito serio, ci spiegherà ciò che in effetti già sappiamo e che sanno tutti. Sono in attesa, prima o poi dovrà pure accadere’.
Chiunque, anche un bambino di 8 anni, potrebbe comprendere che quanto scritto da Velardi è grave. Qua può finire in un solo modo. O Velardi va alla procura a raccontare quello che sa sui ‘clan’ Zinzi e Abbate, o alla Procura ci devono andare Zinzi e Abbate per querelare, per diffamazione, il sindaco Velardi. Altre soluzioni non sembrano esserci.
IL POST DEL SINDACO VELARDI
Dedico questa foto a Gianpiero Zinzi, professionista della politica, uno che ha campato solo di politica, come tutta la sua famiglia. È stata scattata ad agosto scorso a Lourdes, sono qui con il dottore Sandro De Franciscis (uno che non ha campato di politica, anzi ci ha rimesso) e, divertiti, mostriamo insieme il mio volantino della campagna elettorale a sindaco. Una simpatica boutade, non certamente una trovata per ingraziarci la Madonna che è sempre con noi.
Questa foto ha provocato l’invidia di questo giovanotto professionista della politica che a distanza di sei mesi ne ha scritto in un post al fulmicotone ieri dedicato a me. Tipica frustrazione da irrisolta condizione personale, direbbero gli psicanalisti.
Ma non è tanto la questione di Lourdes che mi ha colpito. In quel post sgangherato il giovane rampollo fa riferimento a me e alla camorra. Scrive di cose che non sa, con l’ignoranza degli approssimativi. Ora, lui di tutto può parlare fuorché di camorra. Noto che ripete a memoria ciò che dice un altro campione del pensiero politico, Dario Abbate, esponente di un’altra nota famiglia. Zinzi e Abbate che danno lezioni sulla camorra a me: c’è qualcosa che non va, mi devo preoccupare davvero. È un messaggio trasversale? O che cosa è?
Ho un grande vantaggio. A Marcianise sanno chi sono io e sanno chi sono i Zinzi e gli Abbate, sanno chi di noi tre ha avuto rapporti e legami con la camorra. Lo sanno. Sanno chi ha avuto familiari in affari con la camorra, chi ha avuto familiari camorristi, chi ha avuto accanto a sé gli specchiettisti della camorra, chi ha fatto affari con la camorra, chi andava a casa dei camorristi, chi ha fatto i soldi a palate. Lo sanno tutti. Un giorno che si alzerà finalmente un pentito, un pentito serio, ci spiegherà ciò che in effetti già sappiamo e che sanno tutti. Sono in attesa, prima o poi dovrà pure accadere.
Appena parla di cose di Marcianise, il giovane Zinzi pesta la merda. Tipico di chi parla di cose che non sa. Non scherzasse con il fuoco quando parla e scrive di me, si brucia le mani. E si scegliesse bene i suoi compagni di viaggio.
Chiudo con una considerazione finale. Scusate, ma senza la politica i Zinzi e gli Abbate che avrebbero fatto nella loro vita? Avrebbero scalato la società, con grossi vantaggi economici, o sarebbero rimasti con le pezze al culo? Mi direte perché me lo chiedo e che pertinenza ha con ciò che ho scritto. Vi rispondo subito: soltanto considerando i grandi vantaggi della politica riesco a spiegare il grande odio che questi due hanno nei miei confronti. Da quando sono sindaco, mi stanno massacrando. Da quando ho chiuso i rubinetti e ho avviato la politica della trasparenza, mi sta accadendo di tutto. Stanno nell’angolo questi signori; ed ecco il risultato. Ora sono supereccitati dalla prossima campagna elettorale, pensano di guadagnarci qualcosa. Sicuramente ci riusciranno ma Marcianise se la devono scordare. La città conosce bene le loro storie, i loro amici e le loro attività.
#fuoriimercantidaltempio