5F981AE79B41078FEDC22D3ABDAFE100

CASAL DI PRINCIPE – E’ una festa della legalità quella che ha accolto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Istituto “Calvi” di Casal di Principe. Una comunità totalmente unita nel dire no alla mafia.

"Quaranta anni di predominio sul territorio da parte della camorra hanno lasciato macerie che bisogna ancora rimuovere – ha dichiarato il sindaco di Casal di Principe Renato Natale - Sono ancora tante le criticità, dalla mancanza di lavoro per i giovani ai problemi ambientali, e ci aspettiamo risposte dallo Stato, anche perché se non dovessimo dare risposte ai cittadini, la camorra potrebbe riconquistare spazio e potere. Ma la sua presenza qui, Presidente, ci dà speranza ed entusiasmo per andare avanti con fiducia, sapendo che lo Stato, che lei qui rappresenta nella sua unità, è dalla nostra parte".

Toccanti inoltre le dichiarazioni del rappresentante degli studenti del “Calvi”. "Abbiamo bisogno di sapere che le istituzioni ci sono e ci confortano", ha proseguito il rappresentante di istituto ribandendo che i giovani non vogliono però recidere le loro radici sforzandosi anche di contrastare i pregiudizi. Lo studente ha ricordato anche le numerose iniziative che li vedono protagonisti "per la promozione dei principi della legalità e della cittadinanza attiva". La scuola, ha proseguito "deve essere concepita come luogo deve crescere ed integrarsi".

Dopo questi interventi ha preso la parola il Presidente della Repubblica che ha ribadito ai giovani presenti che la mafia si può battere: "Battere la mafia è possibile. Lo diceva Giovanni Falcone: 'La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine'". Casal di Principe lo ha dimostrato. L'efferato omicidio di don Peppino Diana è stato un detonatore di coraggio e di desiderio di riscatto. Ha prodotto un'ondata di sdegno, di partecipazione civile, una vera battaglia di promozione della legalità - ha aggiunto - La popolazione ha detto basta alla sopraffazione e alla prepotenza, agevolando, in modo decisivo, l'azione delle forze dell'ordine e della magistratura. Sono stati tagliati - con l'entusiasmo, con la resistenza, con il rifiuto dei metodi mafiosi, persino con l'ironia - quei fili di complicità, di connivenze, di paura che tenevano incatenati ideali, sogni, energie positive e creative".

Mattarella ha poi proseguito affermando che “dovete rifiutare, fin dai banchi di scuola, la sopraffazione, la violenza, la prepotenza, il bullismo, che sono un brodo di coltura della mentalità mafiosa. Ricordate sempre che siete la generazione della speranza, quella a cui don Diana ha passato idealmente il testimone della legalità. Un grande magistrato, conoscitore dell'organizzazione mafiosa, Antonino Caponnetto, soleva ripetere che "i mafiosi temono di più la scuola che i giudici, perché l'istruzione taglia l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa." In questa scuola, con i vostri docenti, state ponendo le basi per un futuro migliore, per il vostro territorio e per la vita delle vostre comunità. Sono venuto a portarvi l'apprezzamento e l'incoraggiamento della Repubblica. L'Italia guarda a voi con attenzione, solidarietà, simpatia, fiducia"