Panico in carcere, detenuto minaccia gli agenti con mazze di ferro
Momenti di tensione nella Casa circondariale di Carinola: è stato un sabato di paura per gli agenti della Penitenziaria

CARINOLA. Ancora una volta la Casa di Reclusione di Carinola è stata teatro di gravi disordini che hanno messo in serio pericolo l’incolumità degli agenti di Polizia Penitenziaria.
Panico in carcere, detenuto minaccia gli agenti con una mazza di ferro
Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che rendo noto quanto avvenuto nelle ultime ore nella Casa di reclusione del Casertano per voce del segretario Ettore Natale.
Nel pomeriggio di sabato, un detenuto già noto per la sua indole violenta si è rifiutato di rientrare dai passeggi del reparto isolamento. Dopo ore di tentativi di mediazione da parte del personale, numericamente insufficiente per fronteggiare tali emergenze, intorno alle ore 20 l’uomo è salito sul muro dei passeggi armato di mazze di legno e di ferro, minacciando di colpire chiunque si fosse avvicinato. Vista la gravità della situazione, sono stati richiamati d’urgenza altri poliziotti penitenziari fuori servizio. Intorno alle ore 21 sono giunti nel carcere il Comandante, il Vice Comandante e altri operatori che, con grande senso del dovere, hanno partecipato alle operazioni di contenimento.
Momenti di tensione nella Casa circondariale di Carinola: è stato un sabato di paura per gli agenti della Penitenziaria
Nonostante le lunghe opere di convincimento, il detenuto ha continuato a opporre resistenza, costringendo gli agenti — muniti di dispositivi di protezione — a salire su una scala per disarmarlo. Dopo un momento di forte tensione, l’uomo è stato disarmato ma, nel tentativo di sottrarsi al controllo, ha scavalcato il muro opposto, portandosi all’interno dell’area verde dei colloqui. Solo grazie al coraggio, alla professionalità e alla prontezza degli agenti, che hanno circondato la zona e gestito la crisi con lucidità, si è riusciti a bloccarlo dopo una violenta colluttazione, ammanettarlo e ricondurlo all’interno dell’istituto.
È doveroso evidenziare che si tratta dello stesso detenuto che, nel mese di agosto, aveva già aggredito tre poliziotti, costringendoli al ricovero ospedaliero. Nonostante le numerose segnalazioni e le richieste di trasferimento inoltrate al PRAP e al DAP, il detenuto è stato lasciato a Carinola, con le prevedibili conseguenze di quanto accaduto.
La denuncia del sindacato SAPPe: “Nelle carceri della Nazione si deve ristabilire il rispetto della legalità"
Il SAPPe denuncia con forza il totale abbandono dell’Istituto di Carinola, dove il personale continua a lavorare in condizioni inaccettabili, tra carenze d’organico, sovraffollamento e detenuti facinorosi. Una situazione insostenibile che richiede interventi immediati e concreti da parte dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria. Un plauso doveroso va a tutti i colleghi, sia a quelli in servizio sia a quelli intervenuti fuori turno, che con senso di responsabilità e spirito di corpo hanno fronteggiato l’ennesima emergenza, rientrando alle proprie famiglie solo a notte inoltrata. Il loro impegno, la loro professionalità e il loro coraggio rappresentano il vero volto della Polizia Penitenziaria e dello Stato.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà ai poliziotti di Carinola e denuncia: “Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari, che sono stati anche minacciati insultati e colpiti dall’uomo. La delusione è profonda. Di fronte a episodi così gravi e frequenti non è più sufficiente esprimere dispiacere: servono misure urgenti e concrete”, rimarca. “Nelle carceri della Nazione si deve ristabilire il rispetto della legalità e delle regole del sistema penitenziario. Il personale è allo stremo, logorato da turni massacranti, carichi di lavoro insostenibili e da una burocrazia che continua a penalizzare gli operatori in uniforme”.
Donato Capece: “Non è più tollerabile che ogni giorno ci siano agenti feriti, a volte anche in maniera grave”
“È una violenza che non si placa – conclude il leader storico del SAPPE - a causa di una popolazione detenuta che non rispetta più niente e nessuno. Torniamo a chiedere che queste persone vengano trasferite in istituti dove devono scontare la pena in regime detentivo chiuso, fino a quando non imparano a rispettare la Polizia penitenziaria e tutti gli altri operatori. Non è più tollerabile che ogni giorno ci siano agenti feriti, a volte anche in maniera grave. Chiediamo anche l'applicazione del regime di cui all'articolo 14 bis dell'ordinamento penitenziario, che prevede particolari restrizioni, perché questi detenuti mettono a rischio l'ordine e la sicurezza negli istituti, anche attraverso possibili fenomeni emulativi".