antica cittadella
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il boss Francesco Schiavone
il boss Francesco Schiavone

CASAL DI PRINCIPE (Lucia Sforza)- Un'udienza chiave nel processo per concorso esterno al clan dei Casalesi ha visto in aula una testimonianza di grande peso. Nicola Schiavone, figlio del noto boss Francesco "Sandokan" e ora collaboratore di giustizia, ha accusato in modo diretto l'imprenditore Tullio Iorio di essere un mediatore per conto dell'organizzazione criminale. Nel processo, che si tiene presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Schiavone ha dichiarato senza esitazione: "Tullio Iorio ci chiedeva un sostegno per gli appalti nei comuni nei nostri territori, era un nostro imprenditore".


Il ruolo di intermediario e le accuse


Schiavone ha fornito dettagli precisi sul ruolo di Iorio, definendolo un "sensale" e un "intermediario" per gli affari illeciti del clan. L'accusa principale riguarda l'aver sfruttato la vicinanza alla cosca per ottenere appalti pubblici e privati. A titolo di esempio, il pentito ha descritto il ruolo di Iorio nella realizzazione del piazzale del centro commerciale Auchan di Giugliano in Campania. L'imprenditore avrebbe utilizzato il nome del clan per accaparrarsi il lavoro e, a conclusione dell'opera, ha anche discusso con lo zio di Schiavone per una percentuale da un euro per ogni metro quadro realizzato, per un totale di 60.000 euro.


Gli appalti e la difesa del boss


La testimonianza non si è fermata a questo episodio. Schiavone ha rivelato anche altri affari procacciati da Iorio, come la gestione di gran parte dei lavori per le piazzole di sversamento di rifiuti nella vicenda Ferrandelle. Ancora più significativa è stata la rivelazione su presunti appalti pubblici ottenuti alla Provincia di Caserta, dove Iorio avrebbe avuto un rapporto privilegiato con l'ex presidente Sandro De Franciscis. L'imprenditore avrebbe ottenuto ben tre appalti da un milione di euro ciascuno, creando malumori tra gli altri imprenditori vicini al clan, tanto che Schiavone è dovuto intervenire per "proteggerlo" in virtù del legame di lunga data tra le famiglie. Il processo, che coinvolge anche gli imprenditori Raffaele Pezzella, Vincenzo Ferri e Giovanni Cacciapuoti, riprenderà nel mese di ottobre per il controesame dei collaboratori di giustizia.