antica cittadella
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MARCIANISE - La Jabil ha sospeso per motivi disciplinari per 5 giorni il lavoratore e attivista del sindacato Usb Giuseppe Nappo, in servizio allo stabilimento di Marcianise, unico sito produttivo in Italia della multinazionale Usa dell'elettronica che entro inizio luglio dovrebbe essere ceduto, con i 405 lavoratori, ad una nuova società, la Tma (Tme Assembly Engineering Srl, costituita dalla Tme di Portico di Caserta con il 55% delle quote e da Invitalia, società del Mef, con il 45%). 

La risposta dei lavoratori

La decisione disciplinare ha provocato l'immediato sciopero dei dipendenti del sito casertano, proclamato dalla rappresentanza sindacale aziendale (Rsu), che ha parlato di "ennesima provocazione mossa dall'azienda verso i lavoratori"; gli addetti sono rimasti davanti ai cancelli dello stabilimento di Marcianise. In una nota il sindacato Usb spiega che la sospensione di Nappo "è un fatto gravissimo avvenuto oggi dopo lo sciopero e l'assemblea sindacale tenutasi ieri 4 giugno davanti ai cancelli della fabbrica: una tempistica che parla da sé e che evidenzia la natura ritorsiva e antisindacale del provvedimento. Di fronte a questo ennesimo attacco ai rappresentanti più esposti della mobilitazione, i lavoratori sono immediatamente usciti dalla fabbrica proclamando sciopero, in segno di protesta e solidarietà". 

L'accusa di abbandono del posto di lavoro

"L'azienda - si legge nella nota - contesta a Nappo un presunto abbandono del posto di lavoro e richiama una 'recidiva' che non trova alcun fondamento. La sospensione è dunque sproporzionata e priva di reali basi, tanto sul piano formale che su quello sostanziale. Un intervento istituzionale immediato è necessario per fermare questa escalation di arroganza. La nostra organizzazione non resterà in silenzio: risponderemo con la mobilitazione, ma anche in tutte le sedi competenti, per difendere i diritti e la dignità dei lavoratori Jabil, da mesi oggetto di rappresaglie e vessazioni su cui abbiamo più volte richiamato l'attenzione dell'azienda e delle istituzioni. Sospendere un attivista sindacale è un atto intimidatorio, un tentativo di spezzare la lotta. Siamo tutti con Beppe. Siamo tutti con la Jabil. Tocca uno, tocca tutti".