Vertenza Cefim, domani confronto in prefettura: l'Asl concede un mese per gli interventi. La rabbia di 41 mamme

CASERTA - Entra nella sua fase più delicata la vertenza Cefim, il centro di riabilitazione a cui l'Asl di Caserta ha sospeso le convenzioni per le terapie garantite dalla regione Campania. Sono 60 i dipendenti e 250 i pazienti in cura presso la struttura che, da lunedì, ha chiuso i battenti come disposto dal direttore generale Amedeo Blasotti, senza avvisare gli utenti.

Un caos generato dalla mancata realizzazione dei lavori per gli adeguamenti alla struttura e che ha gettato nello sconforto soprattutto le 41 mamme i cui figli erano in cura riabilitativa.

Una sospensione destinata a durare almeno fino al 25 settembre quando saranno trascorsi i 30 giorni previsti dall'Asl per permettere la realizzazione dei lavori. Come reso noto dalle stesse mamme, al termine dei trenta giorni, in caso di inadempienza, il centro verrà definitivamente chiuso. Una eventualità che apre uno scenario complicato anche per le 60 famiglie dei dipendenti.

Un tentativo per uscire dal pantano lo compirà domani mattina il dottore Giovanni Santangelo, uno dei soci che alle 11.30 dovrà recarsi a Palazzo Acquaviva per incontrare il Prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo. Proprio in quest'occasione puntano a farsi sentire anche le 41 mamme.

Nell'incontro in Prefettura si discuterà del problema dei lavori e dei tempi necessari per chiudere l'inconveniente. Le mamme vorrebbero che si fornissero rassicurazioni sul diritto alla salute dei loro figli che necessitano delle cure.

Come precisato dall'Asl che, in caso di chiusura del Cefim dovrà redistribuire i pazienti negli altri centri accreditati del territorio cittadino e provinciale in base alle disponibilità. Una eventualità che spaventa i genitori che ben conoscono i tempi di accettazione e le lunghe attese che potrebbero essere necessarie prima di riprendere le terapie.

L'obiettivo delle mamme è quello di ridurre il più possibile l'intervallo delle cure già interrotte per la pausa di agosto. L'idea è quella di presentare una class action nei confronti dell'Asl per ottenere il rilascio dei contratti custoditi dal Cefim e dove resteranno fino a fine settembre.

«Al momento non abbiamo avuto ancora nessuna spiegazione ufficiale né dal centro né dall'Asl. Una delegazione spiega Francesca, una delle mamme si presenterà in Prefettura e chiederà, quanto meno, di capire cosa sta succedendo, poi ci rivolgeremo a un avvocato.

A noi non interessano i problemi burocratici vorremmo almeno la certezza che a fine settembre i piccoli possano riprendere le terapie. Mio figlio, fortunatamente, può attendere senza troppi problemi ma mi rendo conto che ci sono altri bambini che necessitano delle terapie e non si può abbandonarli» conclude.

Martedì pomeriggio, presso il Cefim chiuso si erano radunate un gruppo di mamme ed è stato necessario l'intervento della Polizia per cominciare a far percepire alle istituzioni che c'è un problema di cure da affrontare e risolvere in tempi strettissimi.

Dall'incontro di domani in Prefettura potrebbe arrivare, se non una soluzione, almeno un chiarimento e la certezza, da parte dell'Asl, che le cure saranno riattivate senza ulteriori ritardi burocratici.