Farmaci cardiaci innovativi, medico della clinica di "San Michele" sposa la proposta
Per il dottor Marco Pepe ci sono troppo disparità regionali che limitano l'accesso
MADDALONI - "E' fondamentale facilitare e rendere uguale su tutto il territorio nazionale l'accesso ai farmaci innovativi che curano lo scompenso cardiaco, la sindrome cardio-nefro-metabolica e la fibrillazione atriale attraverso una semplificazione dei Piani terapeutici oggi necessari per la prescrizione". Con parole molto chiare, Marco Pepe, responsabile dell'Unità di Terapia Intensiva Cardiologica della Casa di Cura "San Michele" di Maddaloni, sposa la proposta contenuta nella Position Statement "Scenari clinici complessi e piani terapeutici: limiti attuali, disparità regionali di accesso e proposta di riforma" pubblicata da Michele Senni e altri autori sul Giornale italiano di cardiologia, aderendo inoltre alla dichiarazione firmata dai rappresentanti delle società scientifiche coinvolte, ovvero Loreto Gesualdo, presidente della Fism (Federazione italiana delle società medico-scientifiche), e Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri).
Migliorata la prognosi
Per Marco Pepe, "l'entrata in scena di farmaci molto innovativi, ancorché in classe di raccomandazione molto forte, nelle Linee Guida europee, per la cura di alcune patologie gravi e di grande diffusione come lo scompenso cardiaco, la sindrome cardio-reno-metabolica e la fibrillazione atriale - malattie che coinvolgono circa un milione di pazienti in Italia - ha migliorato significativamente la prognosi di tali condizioni patologiche, nel senso della riduzione della mortalità, del miglioramento della qualità di vita e della riduzione delle ospedalizzazioni". "La gran parte di questi farmaci - prosegue Pepe - è sottoposta alla dispensazione dopo compilazione del relativo piano terapeutico. Tale condizione si è resa necessaria da parte degli Enti Regolatori per l'esigenza di eseguire un controllo sulla spesa e quindi per assicurare la sostenibilità, nonché eseguire un controllo sull'appropriatezza prescrittiva".
Le difficoltà dei medici prescrittori
Fatto salvo il diritto degli Enti di controllo, si va determinando una condizione di grande difficoltà da parte dei Medici Prescrittori, che rischiano di non riuscire a far fronte alla moltitudine di piani terapeutici da compilare, considerando che ai piani di nuova istituzione si aggiungono i rinnovi da eseguire ogni 6-12 mesi. Tale situazione rischia, così procedendo, di costituire un ostacolo all'accesso per cure salva-vita di molti pazienti. "La recente Position Statement di Fism E Fnomceo - sottolinea il cardiologo - pone l'attenzione su questo importante problema e propone in maniera molto opportuna di provare a semplificare il processo. Sicuramente di grande interesse è la proposta di eliminazione dei piani terapeutici per i farmaci a profilo costo-efficacia favorevole e di provata esperienza. Più complicata potrebbe risultare la semplificazione per gli altri farmaci ad alto costo e di più recente introduzione per i quali esiste una esigenza di controllo più importante da parte degli Enti Regolatori riguardo l'appropriatezza prescrittiva. Al riguardo di quest'ultimo aspetto, come suggerito nel Position Statement, una soluzione potrebbe consistere nella semplificazione in fase di rinnovo con la sola introduzione dei parametri sensibili, fondamentali per definire la appropriatezza prescrittiva, il tutto in quanto al paziente non va precluso l'accesso a cure fondamentali per la vita, ma va, altresì, salvaguardata la giusta indicazione tornando a sottolineare la giusta appropriatezza nella prescrizione".

