Violenza sessuale a scuola, chiuse le indagini sulla prof: in 11 a processo
La Procura ha chiuso le indagini sulla docente Veronica Sposito, accusata di abusi su sette alunni

CASTELLAMARE DI STABIA (Lucia Sforza)- L'inchiesta che ha travolto la scuola media Salvati di Scanzano, a Castellammare, segna un primo punto di svolta giudiziario. La Procura di Torre Annunziata ha notificato l'avviso di chiusura indagini a Veronica Sposito, 38 anni, originaria di Meta di Sorrento. La docente era stata arrestata lo scorso gennaio con accuse gravissime: violenza sessuale aggravata e induzione al compimento di atti sessuali nei confronti di ben sette alunni.
Prove schiaccianti: chat e testimonianze dei minori
Secondo gli investigatori, il quadro probatorio a carico della professoressa appare particolarmente solido. I minori avrebbero confermato in sede di incidente probatorio le condotte contestate, e le loro testimonianze sono state ritenute "attendibili" anche dai consulenti nominati dalla Procura. Ad aggravare la posizione della docente ci sarebbero chat e messaggi vocali a sfondo sessuale, rinvenuti nei telefoni delle presunte vittime. Con la chiusura delle indagini, si avvicina ora l'udienza preliminare, il momento chiave in cui verrà stabilito se la professoressa verrà rinviata a giudizio.
La spedizione punitiva: 11 genitori accusati
Intorno al drammatico caso di pedofilia ruota un secondo, e altrettanto inquietante, fascicolo giudiziario. Il 14 novembre scorso, prima dell’arresto della Sposito, un gruppo di genitori avrebbe organizzato una vera e propria spedizione punitiva all’esterno della scuola. La professoressa fu aggredita verbalmente e fisicamente, colpita con calci e pugni sotto gli occhi atterriti di colleghi e studenti. Le indagini dei Carabinieri hanno portato all’identificazione di undici persone, in gran parte madri di alunni, che ora sono accusate di lesioni e minacce. Secondo gli inquirenti, si è trattato di un raid di vendetta, scatenato dalle prime voci sugli abusi.
Due binari giudiziari: scandalo e rabbia
Oggi il caso corre su due binari giudiziari paralleli e distinti. Da una parte, il procedimento che dovrà accertare la colpevolezza della professoressa per le accuse di pedofilia, e dall'altra, il processo contro gli undici genitori-aggressori, chiamati a rispondere del loro atto di "giustizia fai-da-te". Un intreccio che racconta non solo lo scandalo di una scuola travolta dai sospetti di abusi, ma anche il clima di rabbia e paura che ha spinto alcune famiglie a trasformarsi in vendicatori, innescando una violenta catena di reazioni.