VITULAZIO – Ieri mattina i carabinieri della compagnia di Capua hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di tre soggetti, tutti sottoposti al divieto di dimora in provincia di Caserta. I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi aggravate nell’esercizio del commercio. 

Non era mozzarella Dop

In particolare, attraverso l’attività commerciale dell’azienda a loro riferibile, gli indagati avrebbero messo in commercio “mozzarella di bufala campana” con marchio Dop che per origine, quantità e qualità, sarebbe risultata diversa da quella dichiarata nell’etichetta. Il provvedimento cautelare costituisce l’epilogo di una serrata indagine condotta dai carabinieri della stazione di Vitulazio coadiuvati da quelli del Reparto Tutela Agroalimentare di Salerno, avviata nell’agosto del 2023 e conclusa ad ottobre 2023, sotto la direzione della Procura suddetta.

scatole sequestrate

I dettagli dell'inchiesta

L'inchiesta ha portato alla luce l’esistenza ed operatività di un gruppo dedito alla produzione di prodotti caseari con modalità difformi a quanto previsto per legge, con particolare riferimento a leggi e regolamenti europei oltre che nazionali, ed i cui disciplinari, severi e precisi, ne garantiscono la qualità, la produzione e la provenienza. In particolare, attraverso una mirata ed ampia attività investigativa, è stato accertato che la società in questione avrebbe messo in vendita, in modo sistematico, presso il proprio punto vendita e presso altri punti vendita in Italia ed all’estero, mozzarelle di bufala campana con etichetta Dop e mozzarelle di latte di bufala asseritamente composte dal 100% di latte di bufala, che in realtà erano composte con una miscelazione di latte di bufala e di latte vaccino, quest’ultimo prodotto spesso risultato in prevalenza rispetto all’altro (laddove il disciplinare esclude la presenza di latte vaccino per la produzione di mozzarella di bufala campana).

Veniva portata anche all'estero

E’ stato acclarato, inoltre, che le mozzarelle venivano distribuite ad altri caseifici della zona, a caseifici del nord e del sud Italia, oltre che in Francia e in Austria. In particolare alcuni di questi prodotti erano destinati anche alla grande distribuzione. In questo modo si poteva ottenere un vantaggio economico rilevante, in danno dell’acquirente finale, che comprava un prodotto difforme da quello indicato nell’etichetta. Il preciso lavoro di raccolta ed analisi, dei dati Gps, telefonici, nonché l’ascolto delle intercettazioni telefoniche ed i servizi di osservazione, unitamente ai risultati delle analisi sui prodotti sequestrati hanno consentito di ricostruire i fatti oggetto del procedimento, sebbene, ci si trovi nella fase delle indagini preliminari e quindi senza aver ancora acquisito la ricostruzione dei fatti alternativa da parte delle difese degli indagati.