antica cittadella
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Gli agenti della polizia penitenziaria
Gli agenti della polizia penitenziaria

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Lucia Sforza)-Sono arrivate le prime decisioni in aula per l’inchiesta avviata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere riguardante il presunto uso illecito di telefoni cellulari all’interno della carcere “Francesco Uccella”

 

Telefonate illecite dal carcere: prime condanne. I NOMI

Il procedimento ruota attorno all’introduzione e all’impiego di dispositivi non autorizzati da parte di alcuni detenuti, utilizzati per comunicare con l’esterno eludendo le modalità regolari previste dal regolamento penitenziario.

Il Giudice, al termine del giudizio abbreviato, ha pronunciato le prime sentenze di condanna per cinque imputati, oltre a un’assoluzione:

Imputato

Città di Residenza

Pena Inflitta

Marco Gaudino

Caserta

1 anno e 4 mesi di reclusione

Gennaro Vallefuoco

Villaricca

8 mesi di reclusione

Giuliano Tessitore

Sant’Antimo

8 mesi di reclusione

Raffaele Erardi

Mugnano

8 mesi di reclusione

Daniele Cipriano

Scafati

8 mesi di reclusione

 

Sentenza per l'inchiesta sull'uso di cellulari nella Casa Circondariale “Francesco Uccella”. Condanne da 8 mesi a 1 anno e 4 mesi

È stato invece assolto con formula piena Pasquale Verrone, originario di San Cipriano d’Aversa. La sua posizione è stata ritenuta non sussistente rispetto ai fatti contestati, con la difesa curata dall’avvocato Alfredo Santacroce.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i telefoni sarebbero stati introdotti clandestinamente all’interno delle sezioni detentive e utilizzati principalmente per telefonate e contatti con familiari e persone vicine.

 

Assolto Pasquale Verrone e la prosecuzione dei processi

L’inchiesta della Procura aveva inizialmente coinvolto un totale di 21 detenuti individuati attraverso mirate attività di monitoraggio e verifiche interne. Gli altri imputati che non hanno scelto il rito abbreviato stanno attualmente affrontando il processo con rito ordinario dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e dovranno attendere le prossime udienze per l’esito della loro posizione giudiziaria.

 

La sicurezza penitenziaria al centro

L’indagine rappresenta uno dei filoni di controllo attivati negli ultimi anni per contrastare l’utilizzo illecito di dispositivi elettronici all’interno delle strutture penitenziarie. Questo fenomeno è considerato particolarmente delicato per ragioni di sicurezza interna ed esterna, in quanto tali dispositivi possono essere utilizzati per coordinare attività illecite, minacciare vittime o gestire affari criminali fuori dalle mura carcerarie.

Nel collegio difensivo impegnato nella vicenda figurano, tra gli altri, gli avvocati Alfonso Iovino, Gianluca Casella e Luigi Poziello.