antica cittadella
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CELLOLE – Se dall’ultima udienza nel processo per l’omicidio di Pietro Caprio, il docente di educazione fisica di Cellole, è emersa chiara dalla testimonianza del maresciallo dei carabinieri di Sessa l’attività di usuraio del 58enne, un altro tassello importante è la relazione della vittima con la moglie di un appartenente all’Arma in pensione.

Le telefonate tra i due

Non si tratterebbe infatti di un’avventura di poco conto. Infatti come riferito dagli inquirenti, Caprio intratteneva relazioni con almeno tre donne. Fra loro però c’era anche la moglie di questo maresciallo dei carabinieri con la quale fra il gennaio ed il novembre 2023 ci sono state ben 2.500 telefonate.

I nuovi dubbi

Una vicenda che si infittisce se si tiene conto di altri fattori, come per esempio lo stop delle comunicazioni pochi giorni prima del delitto e la presenza del maresciallo dei carabinieri, marito della donna, in quel momento in servizio a Mondragone, presente davanti all’abitazione del Caprio al momento dell’arrivo dei colleghi per la perquisizione. In questo caso l’uomo si presentò come un amico di famiglia. Ulteriori indagini però scoprivano che tra i due non c’era nessun rapporto di amicizia. L’unico legame era la moglie. Il maresciallo inoltre possiede due fucili da caccia e diverse armi.

Un altro dubbio emerge se si pensa alla Fiat Multipla che entra nella strada di campagna di Cellole dove è stato ucciso Caprio un’ora dopo il delitto. L’auto in questione sarebbe infatti intestata ad un cugino della donna. La macchina era stata prestata ad un uomo che ha spiegato ai carabinieri di trovarsi lì per andare a funghi.