SUCCIVO – Panico a paura a Succivo. Nella notte tra mercoledì e giovedì, un uomo con il volto coperto si è introdotto all’interno del Casale di Teverolaccio con l’intento di dar fuoco alla sala convegni della struttura.

L'episodio

L’individuo si è introdotto nella zona con in mano due taniche di benzina. Dopo essere entrato nella sala convegni ha iniziato a versare il liquido infiammabile cospargendolo sulle sedie e sugli arredi presenti. A quel punto ha acceso un bengala e ha dato fuoco al liquido. Per fortuna le fiamme hanno avvolto solo il tavolo e i danni sono stati limitati.

L’episodio che è stato ripreso dalle telecamere è ora al vaglio dei carabinieri della stazione di Sant’Arpino che stanno indagando per risalire all’identità dell’uomo.

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Il Casale di Teverolaccio

Il casale di Teverolaccio

Il Casale di Teverolaccio, è situato a circa 500 metri dal centro di Succivo. Si compone di una torre, un castello, una chiesetta dedicata a San Sossio e un agglomerato di case, il tutto racchiuso da mura, il cui perimetro è tuttora ben visibile e sulle quali si aprono tre porte di accesso. La torre aragonese costituisce il primitivo nucleo di Teverolaccio, cui successivamente è stato accostato il palazzo ora visibile. La costruzione della Torre, primitivo nucleo del casale, si può far risalire all’età aragonese ma non si hanno documentazioni che attestino la consistenza dell’abitato. Preposta al controllo di importanti vie di comunicazione tra Acerra, Aversa, Capua e Napoli, questa torre semaforica mostra infatti i caratteri tipici delle costruzioni difensive aragonesi. Dal punto di vista architettonico, la torre si presenta a pianta quadrata con scarpa. Essa risulta suddivisa in tre livelli da cordonature toroidali; ogni livello presenta un’apertura su ogni lato in piperno, caratterizzata da un arco a tutto sesto e da una cornice modanata. Fino alla metà del XVII secolo la configurazione del casale di Teverolaccio fu quella di una masseria di campagna, un piccolo villaggio dominato da una torre e un grande palazzo baronale in cui la coltivazione dei terreni, soprattutto a grano, e la produzione di vino rappresentavano l’unica fonte di reddito per i feudatari. Ma la sua funzione e la sua importanza cambiarono notevolmente nel 1654, con l’acquisto del casale da parte della famiglia Filomarino che ottenne il permesso di poter svolgere all’interno del complesso di Teverolaccio una fiera ed un mercato, consapevole del fatto che ciò avrebbe potuto aumentare notevolmente le sue entrate grazie all’affitto dei numerosi locali come magazzini per le merci. Con il sogno di poter vivere in un posto migliore, i volontari si attivano per coinvolgere le altre associazioni locali e l’Amministrazione Comunale nella tutela dell’ultimo baluardo presente sul territorio: il Casale di Teverolaccio. Il progetto di valorizzazione del Casale è stato caratterizzato da  3 interventi fondamentali: valorizzazione del giardino, realizzazione di una tipicheria nella ex-stalla e rifunzionalizzazione dei locali sottotetto a museo e laboratori didattici.