antica cittadella
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Usura ed estorsione
Usura ed estorsione

CELLOLE – Trentatré anni e otto mesi di carcere e una multa complessiva di 9.000 euro. Sono queste le richieste avanzate dal sostituto procuratore Nicola Camerlingo nel processo che vede coinvolti tre imputati accusati di usura ed estorsione nei confronti di commercianti locali. L’udienza si è tenuta presso la terza sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dalla giudice Luciana Crisci.

Le accuse

I tre sono accusati di aver abusato della condizione di indigenza dei loro vittime per imporre condizioni di prestito vessatorie. In particolare, si parla di tassi usurari che arrivavano fino al 50%, con scadenze di pagamento molto ravvicinate e l’aggiunta di una mora di 2.000 euro per ogni mese di ritardo.

La procura ha invocato sette anni di reclusione per due imputati, insieme a 3.000 euro di multa per ciascuno, e sei anni e otto mesi per un terzo indagato, con la medesima pena pecuniaria. 

Al centro dell’indagine, avviata grazie alla denuncia di uno degli imprenditori coinvolti, M. D. C. di Cellole, ci sono le accuse di estorsione e tentata estorsione. Secondo le indagini, gli imputati avrebbero utilizzato minacce di violenza fisica – tra cui gambizzazioni e incendi dolosi – per intimidire le loro vittime e ottenere il pagamento delle somme dovute. Tali modalità di recupero crediti, in particolare quelle utilizzate da Giancarlo Alfiero, sarebbero ispirate alle pratiche impiegate dai clan camorristici della zona, in particolare a Casal di Principe.

Le indagini e gli arrresti

Le indagini, condotte dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno portato alla luce una serie di condotte estorsive e usurarie, estese anche ad altri due imprenditori locali, G. N. e L. G., le cui attività sono state oggetto di minacce e prelievi illegali. Le indagini sono state rese possibili grazie alla collaborazione tra le forze dell'ordine e i legali delle vittime, tra cui l’avvocato Lorenzo Montecuollo, che rappresenta M. D. C. di Cellole.

L’inchiesta ha messo in evidenza quanto sia ancora radicata e insidiosa la piaga dell’usura, un fenomeno che sfrutta le difficoltà economiche degli imprenditori locali per imporre condizioni di prestito ingiustificate, con gravi ripercussioni sulle loro attività e sulle loro vite. La procura ha voluto sottolineare l’importanza di fermare queste pratiche per evitare che la criminalità organizzata continui a infiltrarsi nelle attività legali, danneggiando così il tessuto economico e sociale.

La conclusione di questa fase processuale è prevista per la fine di gennaio, quando le difese degli imputati avranno l’opportunità di presentare le loro arringhe, prima che il tribunale emetta la sentenza.