antica cittadella
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Raffaella D'Alterio
Raffaella D'Alterio

REGIONALE (Lucia Sforza)- Una notizia destinata a risuonare negli ambienti della criminalità organizzata campana: è deceduta nel carcere dell’Aquila Raffaella D'Alterio. La donna, figura di spicco della Camorra dell'area nord di Napoli, era la vedova dell’ex boss di Qualiano, Nicola D'Alterio.

Al momento del decesso, Raffaella D’Alterio era detenuta in regime di 41 BIS – il cosiddetto "carcere duro", riservato ai vertici delle organizzazioni mafiose – presso la struttura ospedaliera del penitenziario abruzzese, dove era ricoverata da tempo per l'aggravarsi di un brutto male.

 

L'ascesa al vertice: da moglie a reggente del clan D'Alterio

La figura di Raffaella D’Alterio è emblematica dell'evoluzione dei ruoli femminili all'interno delle cosche di Camorra. Secondo le ricostruzioni della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia), la sua ascesa ai vertici del potere criminale avvenne in seguito alla morte del marito, Nicola D’Alterio.

Dopo l’uscita di scena del boss, fu proprio Raffaella ad assumere le redini del clan, esercitando l'autorità necessaria a mantenere gli equilibri e la gestione degli affari illeciti in un territorio strategico come quello di Qualiano e dei comuni limitrofi. La sua capacità di leadership e la ferrea determinazione le valsero il riconoscimento come "Lady Camorra", consolidando un ruolo apicale che la poneva a capo delle dinamiche malavitose locali. La sua influenza si estendeva dalla gestione delle estorsioni al controllo delle piazze di spaccio, elementi essenziali per la sopravvivenza economica del Clan.

 

La condanna e l'ombra del duplice omicidio

Raffaella D’Alterio fu raggiunta da misura cautelare e arrestata il 26 giugno 2012, ponendo fine alla sua latitanza e al suo comando operativo sul territorio. La donna stava scontando una pesante condanna definitiva per il suo coinvolgimento negli omicidi di Antonio Sarappa e Carmine Starace.

Questi delitti, avvenuti nel contesto delle faide che hanno storicamente insanguinato l'area, rappresentano gli episodi più gravi che hanno macchiato il curriculum criminale della D’Alterio. Le indagini hanno accertato il suo ruolo non solo nella pianificazione, ma anche nell'autorizzazione di azioni violente volte a riaffermare il controllo territoriale del Clan.

La sua condanna al regime del 41 BIS testimonia la gravità del suo coinvolgimento criminale e il pericolo ritenuto dalle autorità, che la classificavano come un elemento capace di mantenere il legame con la struttura esterna del clan anche dalla detenzione, se non fosse stata sottoposta al carcere duro.

 

L'impatto sul territorio e gli equilibri futuri

La scomparsa di Raffaella D’Alterio segna la fine definitiva di una figura di notevole potere e influenza femminile ai vertici della criminalità organizzata locale. Dopo anni di detenzione ininterrotta, la sua morte non solo chiude un capitolo giudiziario, ma potrebbe anche innescare nuove dinamiche o lotte intestine per la successione al comando del Clan D'Alterio.

Per le Forze dell'Ordine, l'uscita di scena di un reggente, sebbene detenuto, semplifica in parte la complessa opera di monitoraggio, ma non esclude che i ranghi della cosca siano già pronti a individuare nuovi leader o che si manifestino conflitti tra le fazioni residue, desiderose di raccogliere l'eredità criminale lasciata da Raffaella nell'area di Qualiano e nei comuni limitrofi.