antica cittadella
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MADDALONI – In occasione del 2 giugno non potevamo non fare un focus su quell’importante momento storico che vide la nascita della Repubblica Italiana proclamata in seguito al referendum del 2 giugno 1946.

Ovviamente abbiamo deciso, tenendo ben saldo il cordone che ci unisce alle nostre origini, di concentrarci su Maddaloni. E per questo abbiamo consultato un esperto in materia, lo storico Antonio Cembrola, nonché collaboratore della nostra testata.

“Quel 2 giugno 1946 i maddalonesi che si presentarono alle urne avevano le idee chiare sulla forma istituzionale che doveva connotare l’assetto dello Stato che usciva dalla Seconda Guerra Mondiale. Così come la stragrande maggioranza dei comuni del Mezzogiorno, anche a Maddaloni a stravincere fu la monarchia: su 12.252 votanti, pari all’86,98% degli aventi diritto, una percentuale incredibile se la raffrontiamo ai giorni nostri, ben 8.895 voti furono per la monarchia, pari all’80,09% dei voti, mentre per la repubblica votarono 2.211 maddalonesi pari al 19,91%. A livello provinciale, la monarchia ottenne 211.281 voti contro i 42.909 della repubblica. E’ il segno evidente di come alcuni elementi che differenziarono le esperienze delle due parti del Paese (occupazione nazista duratura e radicata, resistenza, guerra civile e guerra di liberazione) abbiano influito poi sulla scelta conservativa dell’istituto monarchico e della fedeltà verso Casa Savoia”.

Cembrola ha inoltre ripercorso anche il clima politico interno all’amministrazione maddalonese di quel tempo: “Solo due mesi prima del referendum, i maddalonesi erano tornati a votare per scegliere i propri rappresentanti in Consiglio Comunale. Era il 7 aprile. Il verdetto delle urne fu chiaro: a stravincere fu la Democrazia cristiana con il 42,7% dei voti (24 seggi), il secondo partito fu quello liberale con il 30,7% delle preferenze (6 seggi). Il blocco social-comunista conquistò il 26,6%, risultato che non gli consentì di entrare in consiglio comunale. In questo si legge un dato di fondo: come il notabilato maddalonese di inizio secolo fosse non solo sopravvissuto, ma anche rinnovato in altre forme, sotto l’egida dei partiti ciellenisti come la Democrazia cristiana che anche a Maddaloni, così come nel Sud fu stabilmente su posizioni monarchiche e conservative almeno nell’immediato dopoguerra. Qualche giorno dopo il 20 aprile venne eletto sindaco l’avvocato Luigi Brancaccio che vide nello schieramento di maggioranza anche un giovanissimo Elio Rosati che tanta strada avrebbe poi fatto in futuro”