antica cittadella
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REGIONALE - Sembra quasi un discorso rotto: telefonini e droga trovati dalla Polizia Penitenziaria all’interno dell'IPM di NISIDA. 

La denuncia del sindacato

Ennesima denuncia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che, per voce di Federico Costigliola, responsabile SAPPE della Campania per il settore minorile, dichiara: “Ieri, la Polizia Penitenziaria ha compiuto con successo una brillante operazione: a seguito di tanta osservazione e di strategie operative ben pianificate, si è giunti al rinvenimento prima di un micro cellulare completo di SIM  abilmente occultato all’interno di un pacchetto di sigarette da un detenuto italiano maggiorenne, peraltro non nuovo a simili violazioni e, successivamente, al rinvenimento si un discreto quantitativo di droga tipo hashish e marijuana abilmente occultata all'interno di una cella del cosiddetto Terzo reparto”.

“Un plauso va a tutto il personale di polizia penitenziaria che con abnegazione e grande professionalità, é riuscito, ancora una volta, ad esaltare la presenza dello Stato in Istituto”, prosegue il sindacalista il quale si augura “che almeno questa volta il minuzioso lavoro della Polizia Penitenziaria possa essere rispettato e valorizzato come merita, applicando nei confronti  del detenuto possessore del dispositivo telefonico, non nuovo a simili violazioni, i dovuti e necessari provvedimenti conseguenziali ad un simili affronto allo Stato”.

Oltre 5mila telefonini sequestrati in tre anni

Anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, sollecita urgenti e rapidi interventi a favore del personale in servizio nell’Istituto penale per minorenni di Nisida, ricordando che “nel triennio 2022/2024 sono stati sequestrati dalla Polizia Penitenziaria, nelle carceri italiane, circa 5.000 telefonini (4.931, per la precisione). Servono fatti concreti, nello specifico, senza però dimenticare che sulla questione detentiva minorile va fatta una riflessione più approfondita, che porti a non avere più maggiorenni tra i detenuti. Non possiamo più permetterci che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio",conclude il leader nazionale del SAPPE.