Pizzo a commercianti e imprenditori: la Cassazione conferma condanna per Iovine
La Terza Sezione ha respinto il ricorso: nove anni e 10 mesi per quattro estorsioni aggravate dal metodo mafioso, ribadite le accuse sulle vittime

CASAL DI PRINCIPE (Lucia Sforza). La terza sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Giovanna Verga, ha respinto il ricorso di Giuseppe Iovine, fratello di Antonio “’o Ninno” Iovine, confermando la pena di 9 anni e 10 mesi di reclusione per quattro estorsioni aggravate dal metodo mafioso
Le estorsioni contestate: commercianti e imprenditori
Secondo i giudici, Iovine avrebbe estorto 40.000 euro a un costruttore impegnato in 18 appartamenti a Castel Morrone, oltre a somme a una società di pubblicità di Frignano e a commercianti di Casaluce, facendo leva sul prestigio criminale del fratello ex boss
Il ricorso e il giudizio della Cassazione
Nel ricorso Iovine invocava attenuanti in virtù dell’adesione alla protezione come familiare del collaboratore di giustizia. Ma la Cassazione ha giudicato il ricorso inammissibile, motivando che la gravità reiterata dei fatti e i numerosi precedenti avevano prevalso sulle attenuanti .
Mafia e racket: il peso della metodologia mafiosa
La Corte ha riconosciuto il peso del “metodo mafioso” nella dinamica delle estorsioni: intimidazioni sistematiche, uso del nome del clan e contesti reiterati nel tempo che hanno scoraggiato ogni possibile resistenza delle vittime