Jabil, i lavoratori resistono all’ultimatum: solo uno si dimette
I dipendenti restano compatti contro la cessione del sito. Chiesta al Governo un’alternativa alla Tme

MARCIANISE - Il personale dello stabilimento Jabil di Marcianise ha risposto con fermezza all’ultimatum dell’azienda: 405 lavoratori su 406 hanno rifiutato di dimettersi o accettare senza riserve il passaggio alla nuova società Tma, confermando una posizione unitaria già espressa nelle ultime settimane.
Solo un dipendente ha scelto le dimissioni volontarie, già previste per aver vinto un concorso pubblico. Il resto della forza lavoro ha respinto le opzioni proposte dalla multinazionale americana, che prevedevano un incentivo economico (30mila euro lordi per chi rinuncia alla disoccupazione, 10mila in caso contrario) oppure il passaggio automatico a Tma – la newco partecipata al 55% da Tme di Portico di Caserta e al 45% da Invitalia, braccio operativo del Ministero dell’Economia.
I lavoratori: “No a Tme, sì a un’alternativa credibile”
Il trasferimento alla nuova società dovrebbe perfezionarsi entro il primo giugno, ma i lavoratori hanno ribadito oggi la loro netta opposizione alla soluzione Tme, giudicata inadeguata: “Serve un imprenditore diverso, che offra garanzie vere – spiega un operaio – Non ci si può limitare a riproporre lo stesso schema già bocciato”.
I dipendenti fanno riferimento al caso AdriaTronics a Trieste, dove il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha incaricato un advisor esterno per individuare soggetti industriali interessati a rilevare lo stabilimento. “Altrove si cercano soluzioni serie – accusano – qui invece si insiste su un solo nome, senza ascoltarci”.
In attesa del Mimit: “Trovi alternative alla Tme”
La richiesta, chiara, è rivolta al Mimit: “Si impegni a trovare un’alternativa industriale, e i lavoratori daranno il loro supporto”, concludono.
Il futuro dello stabilimento casertano – e dei suoi oltre 400 addetti – resta dunque appeso a un filo. La data chiave è il 1° giugno, quando potrebbe avvenire il passaggio formale del sito a Tma, nonostante l’opposizione di chi in quello stabilimento lavora ogni giorno.