antica cittadella
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CAIVANO - Ancora una vittima della Terra dei Fuochi. Un’altra vita spezzata troppo presto da un male che continua a colpire in modo drammatico e silenzioso. Sebastiano, 47 anni, residente a Caivano, è morto a causa di un tumore

Il ricordo di Don Patriciello

A ricordarlo, con parole cariche di dolore e fede, è stato Don Maurizio Patriciello, parroco simbolo della battaglia contro i roghi tossici e l’inquinamento ambientale in Campania.

La notizia è stata diffusa proprio dal sacerdote attraverso un toccante post sui social, accompagnato da una foto che lo ritrae accanto all’amico scomparso. Uno scatto semplice ma denso di significato: un momento di gioia condivisa, in occasione dei 20 anni di matrimonio di Sebastiano con la moglie Elisabetta, celebrati il 4 maggio. “Era felice – scrive Don Patriciello – e ci ha reso felici con la sua presenza. Adesso è volato in Paradiso. Il cuore è a lutto”.

Sebastiano era molto conosciuto

Sebastiano era molto conosciuto nella comunità del Parco Verde, dove Don Patriciello è da anni una voce instancabile che denuncia il prezzo altissimo pagato in termini di salute da un territorio martoriato da decenni di sversamenti illegali e combustione di rifiuti tossici.

“Il cancro continua a mietere vittime nella nostra terra – prosegue il parroco – e non riesco a trovare altro conforto che nella fede nella vita eterna. È l’unica forza che ci permette di andare avanti di fronte a tanto dolore”.

Il suo messaggio ha fatto rapidamente il giro del web, diventando virale e riportando al centro dell’attenzione l’emergenza sanitaria della Terra dei Fuochi. Qui, secondo numerosi studi e segnalazioni istituzionali, l’incidenza di malattie oncologiche, soprattutto tra i giovani, è notevolmente più alta rispetto alla media nazionale.

“Riposa in pace, Sebastiano – conclude Don Patriciello – vola, anima benedetta. Grazie per la tua bella testimonianza di vita. Ci lasci con il tuo sorriso e la tua dignità. Il tuo ricordo resterà vivo in tutti noi”.

La morte di Sebastiano si aggiunge purtroppo a una lunga lista di nomi. Nomi che non sono solo numeri, ma vite reali, spezzate in silenzio. La sua storia, come tante altre, è un monito per non dimenticare e per continuare a chiedere giustizia e bonifiche vere per un territorio che chiede da anni di non essere più lasciato solo.