Sospetta brucellosi, 9 bufale salve dal macello
La decisione del TAR, che si è pronunciato dopo la richiesta dell'Asl

CASTEL VOLTURNO - La vicenda che ha coinvolto l'azienda zootecnica di Giuseppe Diana, titolare dell'omonima impresa, ha avuto una svolta positiva grazie alla decisione della Quinta Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania. Il TAR ha accolto il ricorso presentato da Diana contro l'ASL Veterinaria di Caserta, che aveva disposto l'invio al macello di nove capi di bestiame sospettati di essere affetti da brucellosi.
L'ASL aveva ordinato l'abbattimento di 9 bufale
Il caso è nato dopo che, il 24 dicembre, l’ASL aveva ordinato l'abbattimento delle nove bufale, a seguito di un tampone vaginale post partum che aveva dato esito positivo per brucellosi. Tuttavia, Diana e il suo avvocato, Mario Caliendo, hanno contestato la validità di questo test, affermando che il tampone vaginale non offre certezze sulla presenza della malattia, dato che spesso i risultati positivi sono "falsificati" dalle modalità del prelievo.
Il ricorso e la decisione del TAR
Nel ricorso, l'imprenditore ha sottolineato che, dopo l'accertamento iniziale, i capi erano stati correttamente isolati, in linea con le normative sanitarie, e che quindi non vi era alcuna urgenza di abbatterli prima che gli esami del sangue definitivi fossero completi. I risultati degli esami del sangue sono arrivati solo nei primi giorni di gennaio, e secondo Diana, non vi era motivo di abbattere gli animali prima di avere questi risultati.
Il TAR, accogliendo le argomentazioni del ricorrente, ha sospeso il provvedimento di abbattimento in attesa dell'esito degli ulteriori accertamenti. Successivamente, i risultati dell’esame sierologico sono arrivati e hanno confermato che le bufale non erano affette da brucellosi, come inizialmente sospettato. Di conseguenza, la decisione finale del TAR è stata quella di annullare l'ordine di macellazione, permettendo alle nove bufale di essere risparmiate.
Questa decisione ha avuto un impatto significativo, in quanto ha evitato la distruzione di animali sani e ha messo in evidenza la necessità di maggiore attenzione nei processi di diagnosi e di provvedimenti amministrativi legati alla salute animale.
La vicenda si è conclusa con una vittoria per l'imprenditore, ma solleva anche riflessioni sulla gestione delle emergenze sanitarie nel settore zootecnico e sulla protezione delle aziende agricole da provvedimenti che possano risultare eccessivi o prematuri.