Lavori pubblici a una ditta vicina al clan Zagaria: ombre su appalti e legami familiari
Nel mirino anche un pranzo sospetto e lavori “Superbonus” a casa di un politico

CASERTA – La commissione d’accesso inviata dal Ministero dell’Interno al Comune di Caserta ad agosto 2023 ha svelato un quadro allarmante di opacità e legami pericolosi tra imprenditoria, politica e criminalità organizzata. In particolare, sotto la lente è finita la gara da 707mila euro per la messa in sicurezza dell’asse viario tra via Volta e via Carcas, affidata nel 2020 a un consorzio che, nel corso dei lavori, ha visto entrare nella compagine societaria il figlio di un imprenditore legato al boss dei Casalesi, Michele Zagaria.
Collaborazione difficile con la commissione
Nel documento inviato al Viminale e firmato da Lucia Volpe, la commissione denuncia un atteggiamento reticente da parte dell’Ente, che ha spesso prodotto documentazione incompleta, fuorviante o errata, rendendo difficile il lavoro ispettivo. Gli accertamenti si sono concentrati su una lunga serie di atti a partire dal 2016, tra cui proprio la controversa gara stradale.
Appalto e cambi societari sospetti
La gara, assegnata nel novembre 2020 al Consorzio Ciro Menotti (sede a Ravenna), ha coinvolto come impresa esecutrice iniziale la DDC Costruzioni Scarl di Caserta. Ma già nell’agosto 2021 il Consorzio comunicava la sostituzione dell’impresa con la Tregi società cooperativa consortile, e per essa la consociata Edil Idea, con sede ad Aversa. All’epoca, Prefettura e antimafia non avevano riscontrato anomalie.
Il vero scossone arriva nel maggio 2022, quando nella società subentra il figlio di un imprenditore condannato nel processo “Medea” e legato storicamente a Zagaria. Un anno dopo, nell’aprile 2023, il giovane diventa socio unico dell’azienda, ma la variazione societaria non viene comunicata né alla Prefettura né al Comune. In assenza di aggiornamenti, la Prefettura cancella la società dalla White List nel febbraio 2023.
La segnalazione della Polizia: “Vicino al clan”
Nel giugno 2024, la divisione anticrimine della Squadra Mobile segnala come l’impresa fosse di fatto riconducibile a un soggetto vicino a Michele Zagaria. Si tratta del figlio dell’imprenditore già coinvolto con il clan e sposato con la nipote diretta del boss (figlia della sorella di Zagaria). Su di lui e sulla famiglia pende anche un provvedimento di prevenzione patrimoniale.
Pranzi, politici e lavori Superbonus
Le anomalie però non finiscono qui. Sempre secondo la relazione, la Questura documenta un pranzo in un ristorante nei pressi del cantiere, a cui partecipano l’imprenditore e alcuni consiglieri comunali locali.
Ma c’è di più: la stessa società risulterebbe coinvolta anche in lavori edilizi con Superbonus presso l’abitazione di un politico, tramite un subappalto. In quel cantiere ha lavorato anche un dipendente con precedenti per associazione mafiosa.
Secondo la Prefettura, “la società ha funto da mero schermo per occultare i rapporti”, facilitando così l’infiltrazione camorristica nel tessuto economico e amministrativo locale.
Il contenuto della relazione rappresenta un tassello fondamentale nella valutazione del possibile scioglimento del Comune di Caserta per infiltrazioni mafiose. Ora la decisione spetta al Ministero dell’Interno, che dovrà valutare se esistono i presupposti per il commissariamento.