Estorsioni per conto del clan, dieci imprenditori agricoli nella rete: due arresti
L'indagine della Direzione Antimafia: pressioni continue e danni alle serre
CASERTA - Nelle prime ore del mattino, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 2 persone ritenute gravemente indiziate di estorsione e danneggiamento, aggravati dal metodo mafioso.
L'indagine
L’indagine, avviata nel gennaio di quest’anno a seguito delle denunce presentate da alcuni imprenditori agricoli delle province di Napoli e Caserta, ha consentito di accertare - attraverso mirate attività tecniche, acquisizione di testimonianze e riscontri alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia - gravi condotte estorsive perpetrate ai loro danni. In particolare, è emerso come i due indagati, avvalendosi della capacità intimidatoria derivante dall’appartenenza al clan dei “Casalesi”, avrebbero posto in essere estorsioni, sia consumate che tentate, nei confronti di dieci imprenditori agricoli, costringendoli o, in altri casi, tentando di costringerli al pagamento di somme di denaro comprese tra i 300 e i 1.400 euro annui. Tali somme venivano richieste quale corrispettivo di un presunto servizio di “guardiania”, asseritamente finalizzato a prevenire danneggiamenti alle colture, alle strutture, agli attrezzi e ai mezzi agricoli.
Le minacce e i danni
Nel corso delle condotte estorsive, gli indagati avrebbero inoltre raggiunto ripetutamente le abitazioni delle vittime, anche in loro assenza, presentandosi ai loro familiari, con l’evidente intento di dimostrare la conoscenza delle loro residenze e abitudini di vita, così ampliando la pressione intimidatoria.
Al fine di ottenere il pagamento delle somme richieste, avrebbero infine danneggiato le serre (destinate alla coltivazione di frutta e ortaggi) di almeno sei dei dieci imprenditori coinvolti, con danni economici stimati tra i 5.000 e i 40.000 euro.
Si evidenzia, infine, che gli odierni provvedimenti sono misure cautelari disposte in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e che i destinatari delle stesse, in quanto persone sottoposte ad indagini, sono presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

