Aula di Tribunale
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MONDRAGONE - Dopo un iter giudiziario durato ben otto anni, tra Italia e spagna, si è conclusa ieri 7 marzo ,dopo essere stati sentiti numerosi testi sia italiani che spagnoli, la vicenda che vedeva indagata la signora spagnola Subiela Tortajada Salome Noelia tratta in giudizio con l'accusa di sottrazione internazionale di figli minori, ex art. 574 bis C.P. 

L’accusa nella specie era di "essersi allontanata in data 05.02.2017 unitamente ai due figli minori da Mondragone e conducendoli con sé a Roma, sottraendo i figli al padre A. M., genitore esercente la responsabilità genitoriale sui medesimi e li conduceva con sé in Spagna contro la volontà del padre, impedendo a quest'ultimo di esercitare la responsabilità genitoriale". 

Accusata di aver sottratto i figli al padre, assolta 38enne

L’avvocato Luigi Iannettone, legale dell'imputata, è riuscito a farla assolvere con formula piena per insussistenza del fatto. La tesi difensiva, di grande pregio giuridico, è riuscita a  convincere il Tribunale che il reato di sottrazione internazionale di minori era insussistente, poiché non era sufficiente, per la configurazione del delitto, che i minori avessero vissuto qualche mese nello Stato membro  dove viveva il padre per poter considerare  automaticamente lo Stato Italiano   come luogo di residenza abituale dei minori. 

Secondo i giudici del Monocratico la madre spagnola è innocente perché il fatto non sussiste

Gli argomenti spesi, prendevano in considerazione, tra gli altri, anche argomenti fatti propri dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea la quale, in un ottica di tutela del minore, intende la residenza abituale del un minore, soprattutto di piccola età, come il centro effettivo della vita privata e familiare e cioè dove i minori vanno a scuola, hanno degli amici, e usufruiscono dell'assistenza medico sanitaria. 

Pertanto, ieri davanti la Il° Sez. Monocratica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere  G.M. Dr.ssa Villano la vicenda si è conclusa con l'assoluzione della Subiela, assistita dall'avvocato Luigi lannettone, perché il fatto non sussiste. Il diritto di una madre a poter vivere con i propri figli nel luogo ove la stessa aveva stabilito la propria residenza abituale è stato riconosciuto!