antica cittadella
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MONDRAGONE - Una lite, una colluttazione, poi l’arma che spunta e un colpo che uccide. 

La versione del presunto omicida

Questa è la versione fornita da Giancarlo Pagliaro, l’imprenditore 67enne accusato dell’omicidio di Luigi Magrino, avvenuto lunedì mattina in un’area di servizio Eni sulla Domiziana, nel territorio di Mondragone. Il racconto, fornito dallo stesso Pagliaro durante l’interrogatorio davanti ai carabinieri e al sostituto procuratore Stefania Pontillo, è ora al vaglio degli inquirenti.

Secondo quanto riferito dal presunto killer, l’incontro con Magrino – avvenuto all’interno dell’auto della vittima – sarebbe degenerato rapidamente. I due avrebbero avuto un’accesa discussione, degenerata in una colluttazione, durante la quale Magrino avrebbe estratto una pistola. Pagliaro sostiene di aver cercato di disarmarlo, quando improvvisamente sarebbe partito un colpo, rivelatosi mortale. L’arma, però, non è stata ancora rinvenuta.

Le indagini in corso

Per ora, la Procura di Santa Maria Capua Vetere contesta a Pagliaro l’accusa di omicidio volontario. L’uomo, fermato dai carabinieri poco dopo il fatto, è stato arrestato e condotto in carcere. Gli inquirenti stanno ora esaminando tutti gli elementi disponibili, comprese le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nell’area di servizio, per verificare la dinamica del delitto e le dichiarazioni dell’imprenditore.

Le prime ricostruzioni parlano di un possibile movente legato a precedenti contrasti economici tra i due uomini. Resta ancora da chiarire se l’incontro sia stato casuale o se fosse stato pianificato. Elementi cruciali che potrebbero far luce su quanto accaduto in quei drammatici momenti.