antica cittadella
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CASTEL VOLTURNO – Rompe il silenzio il sindaco di Castel Volturno Pasquale Marrandino dopo l’iscrizione nel registro degli indagati per corruzione.

Il post

Il primo cittadino nella giornata di ieri è intervenuto per la prima volta dopo l’annuncio dell’inchiesta sulla propria pagina social: “Ci sono momenti in cui il silenzio non è assenza, ma rispetto. Un tempo necessario per ascoltare, comprendere, restare saldi.

In questi giorni ho camminato piano. Ho sentito il peso delle cose, ma soprattutto la forza potente ma discreta di tanti gesti, di tanti sguardi, di parole misurate, di una vicinanza che non chiede nulla e che proprio per questo vale di più.

So che c’è chi lavora con serietà e fatica per ricostruire, per comprendere, per fare luce. Donne e Uomini delle Forze Dell’Ordine e della Magistratura impegnati, ogni giorno, in un compito delicato che richiede equilibrio, rigore e tempo. A loro va la mia fiducia, piena e rispettosa.

Da parte mia c’è lo stesso rispetto. Per il lavoro che si compie, per i ruoli, per il tempo necessario affinché ogni cosa trovi il suo posto.

Io torno senza clamore. Con passo misurato, ma con responsabilità intatta. Con la consapevolezza che alcune fasi della vita non si attraversano correndo, ma restando presenti. Non è un punto. È una virgola. E nella virgola si respira, si tiene la rotta, si riparte…”

L'accusa

Secondo gli inquirenti, Marrandino avrebbe ricevuto somme di denaro da un professionista del posto, Daniele Di Caprio, anch'egli indagato, in cambio dell'assegnazione di incarichi pubblici ben remunerati. Nelle scorse ore i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno eseguito perquisizioni nelle abitazioni del sindaco e di Di Caprio. L'indagine ruota attorno a un presunto pagamento illecito di circa 500 euro, che sarebbe stato consegnato al primo cittadino per ottenere l'affidamento diretto di un incarico relativo a servizi - anche informativi - per la raccolta e il trasporto dei rifiuti a Castel Volturno, per un importo di quasi 29mila euro più Iva. L'appalto, secondo gli accertamenti, sarebbe stato conferito senza attingere dall'apposita lista comunale dei tecnici ed esperti, composta da 546 professionisti.