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PROVINCIA – Non si arresta l’assalto alla terra fertile con la scusa dell’energia rinnovabile. A lanciare questo grido d’allarme è la Coldiretti di Caserta in merito ai tre progetti sul fotovoltaico su suolo coltivabile che devono essere approvati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Si tratta di un totale di 234 ettari a cui si aggiungono altri due progetti per 300 ettari all’esame della Regione Campania.

Il primo maxi progetto presentato al Ministero prevede una superficie di 55,40 ettari e l’impianto di un parco fotovoltaico sul territorio comunale di Cancello ed Arnone: l’impianto avrà una potenza di 43,31 MWp.

Il secondo progetto è su 94 ettari nel territorio di Santa Maria La Fossa e Grazzanise, per una potenza di 79.21 MWp.

Il terzo progetto è di 84,51 ettari tra Castel Volturno e Cancello ed Arnone, per una potenza di 56,48 MWp.

“Siamo molto preoccupati per il silenzio che accompagna questo fenomeno – ha sottolineato Giuseppe Miselli, direttore di Coldiretti Caserta – che sottrae spazio all’economia agricola, con contraccolpi sulle filiere e sull’indotto, per di più in un’area che già risente di problemi di scarsità di terreni da utilizzare per lo spandimento dei reflui zootecnici. Si tratta delle zone produttive per eccellenza della mozzarella di bufala casertana, che andrebbero tutelate esaltando i terreni e non coprendoli con i pannelli.

Evidentemente c’è un cortocircuito tra quello che si predica e quello che si pratica. Il mondo agricolo vuole le energie rinnovabili e già lo ha dimostrato in provincia di Caserta con gli impianti per la produzione di energia e biogas dal letame. Ma i pannelli fotovoltaici vanno istallati sui tetti delle case, delle stalle, dei capannoni, non sulla terra fertile.”