Clan dei Casalesi, Ivanhoe Schiavone resta in carcere: confermata la misura cautelare
Il Riesame conferma l’arresto per il figlio di Sandokan, accusato di riciclaggio, autoriciclaggio ed estorsione con metodo mafioso nella compravendita di terreni

CASAL DI PRINCIPE (Lucia Sforza) -Ivanhoe Schiavone, figlio del noto boss dei Casalesi, resta in carcere. Il Tribunale del Riesame di Napoli ha convalidato la misura cautelare disposta dal gip, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dai carabinieri di Caserta. Le accuse: riciclaggio, autoriciclaggio ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Terreni acquistati e venduti con metodi mafiosi
L’indagine ruota attorno alla compravendita di due grandi appezzamenti di terreno nella zona di Grazzanise, noti come tenuta Selvalunga, dal valore complessivo di 500.000 euro. I terreni sarebbero stati gestiti come beni di famiglia dai Schiavone, pur non essendo mai stati intestati ufficialmente al boss Sandokan.
L’origine dell’inchiesta: la denuncia di un affittuario
L’inchiesta, sviluppata tra il 2024 e il 2025, ha preso il via dalla denuncia di un affittuario che aveva stipulato un regolare contratto per uno dei terreni. L’uomo sarebbe stato costretto a rescindere l’accordo, rinunciando al diritto di prelazione, sotto pressioni riconducibili al clan.
Riciclaggio e operazioni per nascondere la provenienza dei fondi
Attraverso accertamenti patrimoniali, intercettazioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, gli inquirenti hanno ricostruito una serie di operazioni finanziarie complesse, che secondo la DDA avevano l’obiettivo di occultare l’origine mafiosa del denaro e dei beni coinvolti.
Terreni fittiziamente intestati per eludere le indagini
Il meccanismo, secondo gli investigatori, prevedeva che il boss acquistasse beni intestandoli a prestanome, per poi lasciarli agli eredi. Gli stessi eredi – tra cui Ivanhoe Schiavone – avrebbero imposto la rescissione dei contratti di locazione per favorire la vendita dei terreni a soggetti “graditi” al clan.
Gli altri indagati e la strategia difensiva
Oltre a Ivanhoe Schiavone, è coinvolto anche Pasquale Corvino, suo presunto complice. Entrambi sono accusati di aver gestito i terreni con pressioni camorristiche. L’inchiesta coinvolge anche altre figure del clan che avrebbero avuto un ruolo nella gestione e riciclaggio del patrimonio.