Esplode la protesta degli operai del Policlinico: “Senza stipendio né buoni pasto”
Sindacati in agitazione, denunciano condizioni igieniche critiche e totale assenza di risposte dall’azienda. Il cantiere rischia un nuovo stallo

CASERTA - Monta la protesta al cantiere del Policlinico di Caserta, una delle opere pubbliche più importanti (e incompiute) della provincia. Da oggi, circa 80 operai impiegati nei lavori sono ufficialmente in stato di agitazione. I motivi? Mancato pagamento degli acconti mensili, assenza dei buoni pasto e condizioni lavorative inaccettabili.
A dare l’annuncio della mobilitazione sono state le segreterie provinciali di Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL attraverso una nota congiunta inviata all’azienda Condotte 1180, responsabile del cantiere. I firmatari – Antonio Cirillo (Feneal UIL), Alfonso Petrone (Filca CISL) e Irene Velotti (Fillea CGIL) – parlano di “mancato rispetto degli impegni” e denunciano “profonda incertezza produttiva ed economica” emersa nell’ultimo incontro con la direzione aziendale.
Sindacati sul piede di guerra
«L’azienda non ha mantenuto le promesse – si legge nel comunicato – e i lavoratori sono preoccupati non solo per il presente, ma anche per il loro futuro. In assenza di risposte concrete, siamo pronti ad attivare ulteriori forme di mobilitazione».
Ma non finisce qui. Oltre al blocco delle retribuzioni e dei servizi accessori, i sindacati denunciano anche il degrado delle condizioni igieniche: bagni e docce fuori uso, ambienti di lavoro fatiscenti e totale abbandono della manutenzione ordinaria. Alcune immagini diffuse (e allegate alla nota sindacale) mostrano lo stato di incuria in cui versano i servizi.
Un’opera bloccata e dimenticata
Il cantiere del Policlinico rappresenta da anni una ferita aperta per Caserta e per l’intera provincia. Un’opera pubblica strategica, capace di rispondere ai bisogni sanitari di oltre un milione di persone, ma mai completata. Mentre il campus universitario ha fatto passi avanti, il Policlinico è rimasto uno scheletro di cemento, simbolo di inefficienze, ritardi e promesse mancate.
«La politica tace, mentre i lavoratori pagano il prezzo del disinteresse generale», accusano i sindacati. La vertenza è destinata a farsi sempre più accesa, in un contesto dove le prospettive di completamento dell’opera sembrano ogni giorno più remote.