Il suicidio di Paolo, l'ombra del bullismo. La madre: "Lo chiamavano femminuccia"
La Procura ha sequestrato smartphone e computer del 14enne: "Venga fuori la verità"

REGIONALE – La Procura di Cassino vuole vederci chiaro sulla morte di Paolo Mendico, il 14enne che si è tolto la vita la mattina dello scorso 11 settembre.
Sequestrati computer e smartphone
Per gli inquirenti infatti dietro la vicenda tragica che ha sconvolto l’intera comunità di Santi Cosma e Damiano, al confine tra la provincia di Latina ed il Casertano, ci potrebbe essere uno scenario di bullismo e di istigazione al suicidio. Per questo motivo sono stati sequestrati il computer e lo smartphone del 14enne che frequentava l’Istituto Tecnico Industriale di Fondi.
Le parole delle madre
Sulla vicenda, a confermare i casi di bullismo, è intervenuta in queste ore anche la madre di Paolo. Chiediamo che "nostro figlio non finisca nel dimenticatoio e che venga fuori la verità. Che qualcuno ci spieghi cosa è successo e abbia il coraggio di denunciare". Lo afferma, in un'intervista a 'la Repubblica', Simonetta La Marra, mamma del ragazzo di 14 anni che, in provincia di Latina, si è tolto la vita alla vigilia della ripresa dell'anno scolastico. "Nostro figlio è stato un perseguitato, abbiamo sempre denunciato tutto alla scuola - sostiene la donna al quotidiano - Ma siamo rimasti inascoltati. Era un bravo studente, ma ultimamente diceva che la scuola non gli piaceva più". La mamma sottolinea che suo figlio "amava portare i suoi capelli biondi molto lunghi. Dopo i primi quattro giorni di scuola superiore hanno cominciato a chiamarlo 'Paoletta', 'femminuccia', 'Nino D'Angelo'. Lo aspettavano in bagno, prima era uno, poi sono diventati di più. Ci siamo rivolti subito alla scuola, ci hanno assicurato che l'avrebbero aiutato. Ma tutto è finito solo dopo che Paolo ha deciso di tagliarsi tutti i capelli". Il figlio, racconta la mamma, "era diverso dagli altri per questo è rimasto solo. Amava la musica, andare a pescare con il padre, cucinare, aiutava in casa. Anche per questo veniva bullizzato. L'ultima sera prima della tragedia ha preparato il pane e i biscotti. Prendeva sempre le difese dei più deboli e per questo lo chiamavano spione".