antica cittadella
antica cittadella

Cassazione: Michele Mezzero resta in carcere

(Lucia Sforza) 

La sesta sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Massimo Ricciarelli, ha respinto il ricorso presentato da Michele Mezzero, detto 'o malese, confermando la misura cautelare emessa dal Gip di Napoli e confermata dal Tribunale del Riesame. Mezzero è nipote del boss Antonio Mezzero ed è coinvolto nell’inchiesta della DDA sulla nuova frangia dei Casalesi.


Le accuse: mafia ed estorsioni aggravate

A Michele Mezzero viene contestata la partecipazione a un’associazione mafiosa, facente capo allo zio Antonio Mezzero, riorganizzata dopo la sua scarcerazione. Gli vengono inoltre attribuiti due episodi di estorsione, uno tentato e uno consumato, aggravati dal metodo mafioso.


Intercettazioni e appostamenti: i gravi indizi

Secondo gli inquirenti, le prove a carico di Mezzero includono intercettazioni ambientali e attività di pedinamento, che lo collocherebbero come “longa manus dello zio”, ovvero esecutore diretto delle richieste estorsive in nome del clan. Un ruolo operativo a sostegno del sodalizio familiare.


Il ricorso respinto dalla Suprema Corte

Il legale del Mezzero ha impugnato la misura davanti alla Cassazione, contestando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza richiesti per la misura cautelare. La Suprema Corte ha rigettato l’istanza, affermando chiaramente:

“Faceva parte dell’associazione di tipo mafioso, come attestato dalla sua messa a disposizione del sodalizio per il perseguimento dei comuni fini criminosi.”


La nuova frangia dei Casalesi: Antonio Mezzero torna protagonista

L’inchiesta rientra in una più ampia attività della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che indaga sulla riorganizzazione del clan dei Casalesi, guidata da vecchi esponenti tornati in libertà. Antonio Mezzero, dopo 20 anni di carcere, sarebbe tornato a svolgere un ruolo centrale nel controllo territoriale e nelle estorsioni. Il nipote Michele risulterebbe uno dei principali uomini di fiducia