CASERTA – La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli e relativo al patrimonio del valore di oltre 200 milioni di euro dei tre fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori del settore rifiuti della provincia di Caserta condannati con sentenza definitiva per traffico illecito di rifiuti e ritenuti tra i responsabili dell'inquinamento dell'area di Acerra, comune dell'hinterland napoletano compreso nella cosiddetta Terra dei Fuochi. 

Provvedimento giunto oltre i limiti

In effetti la stessa Corte d'Appello di Napoli (ottava sezione, collegio presieduto da Rosa Maria Caturano), nel confermare a luglio scorso la confisca con rigetto contestuale delle istanze presentati dai legali dei Pellini, aveva ammesso che il relativo decreto era stato "depositato dopo la scadenza del termine di diciotto mesi", che sarebbe iniziato a decorrere il 15 marzo 2019 (data in cui sono stati depositati i motivi di impugnazione della confisca di primo grado), ma che "la Corte ha esercitato e al tempo stesso esaurito la potestà decisionale in merito al provvedimento ablatorio". 

L'epilogo

I beni dovranno essere ora restituiti ai Pellini