antica cittadella
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CASERTA – Pubblicata la relazione sull’attività svolta dalla Dia nel 2024 per quanto riguarda la provincia di Caserta

La mano dei casalesi

Il fenomeno mafioso nella provincia di Caserta ha storicamente il suo epicentro a Casal di Principe – estendendosi anche ai circostanti Comuni dell’agro-aversano e del restante territorio del capoluogo – ove ha avuto origine e si è evoluto il cartello camorristico dei CASA LESI, in passato definito “senza tema di smentita, il più potente gruppo mafioso operante in Campania…dai connotati più similari alle or ganizzazioni mafiose siciliane che alle restanti organizzazioni camorristiche campane”369. Rispetto alla originaria struttura piramidale, i più recenti provvedimenti giudiziari, fondati anche sulle dichiarazioni di numerosi collabora tori di giustizia di elevato spessore criminale, hanno consentito di delineare l’evoluzione del clan dei CASALESI dall’epoca della indiscussa supremazia della famiglia BARDELLINO, passando per i contrasti nati con la famiglia IOVINE, fino alla più attuale oligarchia delle fa miglie BIDOGNETTI, SCHIAVONE e ZAGARIA. Invero, il sodalizio, rispetto alla originaria dimensione unitaria avrebbe subito un per corso di emancipazione delle singole famiglie, ciascuna con un proprio ambito territoriale ben definito e attuando strategie differenti. Riguardo ai territori di influenza criminale, la famiglia SCHIAVONE sarebbe maggiormente presente a Casal di Principe e a Caserta. La fazione BIDOGNETTI, invece, opererebbe a Castel Volturno, Parete, Lusciano e Villa Literno. La famiglia ZAGARIA, infine, esercite rebbe la propria influenza criminale nei Comuni casertani di Casapesenna, Trentola Ducenta e Aversa. Ciascun territorio sarebbe riparti to e assegnato a “capizona”, referenti diretti delle rispettive fazioni. Parallelamente, i consistenti sequestri di beni che hanno interessato la consorteria criminale in argomento ne hanno evidenziato le note voli capacità economiche, sia nei tradizionali settori illeciti (estorsioni, intimidazioni, traffico di armi, traffico di droga, etc.), sia in attività di natura imprenditoriale, attraverso la gestione monopolistica di alcuni settori dell’economia legale370, quali l’edilizia, il ciclo dei rifiuti, ovvero mediante l’infiltrazione di appalti pubblici tramite condotte corruttive e collusive con amministratori locali, grazie all’elevata capacità dell’organizzazione criminale di creare fitte reti di relazioni con esponenti del mondo imprenditoriale e funzionari pubblici. Su tale aspetto convergerebbero anche i 31 provvedimenti interdittivi adottati dalle Autorità prefettizie campane durante il 2024 nei confronti di svariate attività economiche riconducibili al clan dei CASALESI nelle sue diverse articolazioni. Il comparto maggiormente esposto si confermerebbe quello edile, sia per quanto concerne la realizzazione di opere, sia nella fornitura e commercio di materiali. Seguono poi il settore dello smaltimento di rifiuti, quello delle onoranze funebri e altro. Con riferimento agli interessi dei CASALESI nel settore del narcotraffico, va segnalata la cattura, avvenuta il 24 ottobre 2024, a Medellin (Colombia), di un broker casertano che avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra i cartelli colombiani ed il clan dei CASALESI per l’importazione di cocaina dal Sudamerica. L’uomo, latitante dal 2021, si era sottratto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare371 emessa nei suoi confronti e di 9 altri indagati dal Tribunale di Napoli, con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti e altro. Il rintraccio e la cattura dell’uomo costituiscono il risultato della collaborazione investigativa tra la Polizia di Stato, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e organismi investigativi colombiani, con il supporto operativo di EUROPOL e con il coordinamento della Procura Distrettuale di Napoli. Sul fronte dell’aggressione ai patrimoni illeciti, il 23 gennaio 2024, la DIA di Napoli ha eseguito un provvedimento di sequestro di be ni372 nei confronti di un imprenditore napoletano operante nel settore dei rifiuti e della bonifica ambientale, ritenuto contiguo alla fazione ZAGARIA del clan dei CASALESI. Il provvedimento di sequestro – scaturito da una proposta di misura di prevenzione patrimoniale e personale avanzata congiuntamente dal Procuratore Distrettuale di Napoli e dal Direttore della DIA – ha riguardato 4 società attive, rispettivamente, nei settori degli impianti di depurazione, immobiliare, dei servizi di elaborazione di consumi idrici e costruzione di opere pubbliche per il trasporto di fluidi, nonché disponibilità finanziarie, per un valore di oltre 55 milioni di euro. L’uomo era già stato rinvia to a giudizio per aver favorito l’attribuzione illecita del subappalto per la realizzazione e la gestione della discarica di Chiaiano (NA) alle ditte riconducibili ad un imprenditore del clan dei CASALESI. In relazione a tali fatti è stato ritenuto responsabile di partecipazione ad un’associazione finalizzata a commettere i delitti di frode in pubbliche forniture e truffa ai danni di enti pubblici, falsità in atti e certifica zioni e violazione delle norme in materia ambientale (tra cui il traffico illecito di rifiuti), avendo, tra l’altro, conferito rifiuti pericolosi utilizzandoli per l’allestimento dell’invaso presso la discarica in fase di esecuzione, aggravati dalla finalità di favorire il clan dei CASALESI. La vicenda giudiziaria su cui si fonda la proposta di misura di prevenzione è strettamente connessa alla gestione delle imprese di famiglia da parte dell’imprenditore napoletano che, pur non ricoprendo alcuna carica sociale, in ragione dei suoi precedenti, ha continuato di fat to a gestirle, attribuendo i ruoli societari alle figlie. Il 2 febbraio 2024, a Roma e a Caserta, la Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 8 persone accusate di riciclaggio, frode fiscale e intestazione fittizia di beni, aggravati dalla finalità di agevolare il clan dei CASALESI. Le indagini avrebbero documentato l’esistenza di un’organizzazione criminale, composta da un gruppo di imprenditori con base organizzativa in provincia di Caserta, dedita in modo sistematico alla commissione di reati tributari. Nello specifico, tramite l’operato di diversi soggetti, ciascuno con ruoli ben definiti, sarebbero state poste in essere anomale movimentazioni finanziarie, collegate alle fatturazioni per opera zioni inesistenti emesse da società cartiere, finalizzate a far confluire su conti correnti bancari e postali somme di denaro che poi venivano trasferite anche all’estero (in Bulgaria, Regno Unito, Polonia, Germania, Belgio, Lituania) o prelevate in contanti. Gli ingenti flussi finanziari originati dalle attività illecite venivano successivamente riciclati attraverso una rete di persone fisiche e giuridiche attraverso una società di gestione e smaltimento di rifiuti fittiziamente intestata a un prestanome, ma di fatto riconducibile al clan dei CASALESI. L’impresa di smaltimento dei rifiuti, già in passato destinataria di provvedimenti interdittivi antimafia per la presenza nella compagine societaria di un esponente di spicco del citato clan, avrebbe continuato ad operare, attraverso una nuova compagine, nell’interesse del sodalizio. Il provvedimento ha comportato altresì il sequestro preventivo di 6 società, disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, del valore di oltre 11 milioni di euro. Nel periodo in esame, il clan dei CASALESI è stato destinatario anche di un’altra misura di prevenzione patrimoniale. Il 22 luglio 2024, la Guardia di finanza ha eseguito un Decreto di sequestro di prevenzione373 nei confronti di un imprenditore originario di Castellammare di Stabia, condannato in via definitiva374 per concorso esterno al clan dei CASALESI. L’imprenditore, secondo le indagini, avrebbe forni to un concreto, volontario e consapevole contributo alla citata associazione camorristica inducendo gli organi di amministrazione di una società del settore lattiero-caseario a revocare la concessione per la distribuzione in esclusiva nel territorio provinciale di prodotti di un no to marchio, fino ad allora affidata ad una società riconducibile alla fazione ZAGARIA del clan dei CASALESI, già oggetto di confisca, per affidarla ad un’altra società neo costituita comunque riconducibile al clan dei CASALESI. La misura ha interessato beni riconducibili al proposto del valore complessivo di circa 2,7 milioni di euro. Con riferimento alla fazione SCHIAVONE del clan dei CASALESI, vanno segnalati alcuni episodi occorsi durante il periodo in esame che potrebbero essere indice di possibili mutamenti degli equilibri criminali nel territorio di Casal di Principe. Va premesso che l’assenza di una leadership autorevole tra le file degli SCHIAVONE, per via della detenzione delle figure più carismatiche e dei percorsi di collabo razione con la giustizia di molti esponenti, unitamente all’arresto di imprenditori preposti alla custodia e gestione delle ricchezze accumulate dalla famiglia, avrebbero favorito il tentativo di ascesa da parte di gruppi criminali emergenti pronti ad occupare il vuoto di potere venutosi a creare, principalmente nel controllo delle estorsioni e dello spaccio di stupefacenti. La recente scarcerazione, avvenuta il 15 aprile 2024, di un parente di primo grado del capo storico del sodalizio – il quale avrebbe rico stituito un gruppo di fedelissimi nell’intento di riassumere il controllo sulle attività illecite in un territorio storicamente appartenuto alla propria famiglia – avrebbe interrotto tale processo innescando fibrillazioni. La sera del 7 giugno 2024, infatti, a Casal di Principe, ignoti a bordo di un autoveicolo hanno esploso numerosi colpi d’arma da fuoco mediante un fucile mitragliatore in piazza Vittorio Emanuele, luogo ritenuto piazza di spaccio sotto il controllo degli SCHIAVONE. Alcuni minuti dopo, i medesimi individui hanno raggiunto la sto rica residenza della famiglia SCHIAVONE esplodendo altre raffiche di fucile mitragliatore contro il portone di ingresso a scopo intimi datorio. La sera dell’11 giugno 2024, un analogo episodio si è verificato a San Cipriano D’Aversa ove un soggetto travisato ha esploso a scopo intimidatorio numerosi colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione del complice del figlio del boss SCHIAVONE. A seguito di tali fatti, il 15 giugno 2024, i Carabinieri di Caserta hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto375 nei confronti delle due vittime degli atti intimidatori, accusati di detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo e dalla finalità di agevolare la fazione SCHIAVONE del clan dei CASALESI. Dalle attività di indagine, infatti, i due episodi rappresenterebbero una rappresaglia in risposta ad un agguato com piuto dai due indagati la sera del 6 giugno 2024, fallito a causa dell’assenza della vittima designata. I due, nel frattempo, avrebbero piani ficato una nuova azione armata per vendicarsi delle ultime intimidazioni armate subite, impedita dalla misura restrittiva. Il rintraccio e la cattura sono avvenuti a Napoli, nella zona Pallonetto di Santa Lucia (quartiere San Ferdinando), territorio soggetto all’influenza crimina le del clan ELIA con cui il capo storico della famiglia SCHIAVONE ha sempre avuto frequentazioni. Al riguardo, va evidenziato che il clan ELIA sembrerebbe non godere di buoni rapporti con l’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO che, viceversa, tramite il clan MAL LARDO, uno dei suoi componenti cardine, sosterrebbe la fazione BIDOGNETTI con la quale sussisterebbero anche rapporti di tipo crimino-affaristico. 

L’area domizia

Per quanto riguarda le restanti aree della provincia casertana di influenza del clan dei Casalesi non risultano mutamenti rispetto al perio do precedente. In particolare, a Sessa Aurunca e Mondragone permarrebbe operativo il sodalizio GAGLIARDI-FRAGNOLI PAGLIUCA, derivazione della famiglia LA TORRE, legato alla fazione BIDOGNETTI. Il 26 novembre 2024, a Mondragone, i Cara binieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di una figura apicale del clan LA TORRE, accusato di plurime condotte estorsive aggravate dal metodo mafioso. In particolare, l’indagato, tra agosto 2022 e agosto 2023, in più occasioni, avrebbe ri chiesto e ottenuto somme di denaro dal legale rappresentante di una cooperativa per la gestione di parcheggi a pagamento da due im prenditori locali, qualificandosi come boss della malavita di Mondragone. A Sessa Aurunca risulterebbe operativo anche il clan ESPOSITO (noto anche come “Muzzoni”), la cui influenza criminale si estende ai territori dei Comuni di Cellole, Carinola, Falciano del Massico e Roccamonfina. Il territorio di Santa Maria Capua Vetere, invece, reste rebbe sotto la storica influenza dei gruppi antagonisti DEL GAUDIO (c.d. “Bellagiò”) e FAVA. Nell’area c.d. “delle Montagne”, infine, che ricomprende i territori dei Comuni di Sparanise, e Pignataro Maggiore, Francolise, Calvi Risorta, Teano, Pietramelara, Vairano Pate nora, Caiazzo e Piedimonte Matese, il controllo delle attività illecite risulterebbe ancora esercitato dalla famiglia PAPA, mentre a Pigna taro Maggiore permarrebbe l’operatività del sodalizio LUBRANO-LIGATO, in entrambi i casi riconducibili alla fazione SCHIAVONE. In quest’ultimo Comune, il 21 ottobre 2024, la Polizia di Stato ha rintracciato in un casolare e tratto in arresto un esponente di spicco del clan dei CASALESI in esecuzione di un ordine per la carcerazione376. L’uomo, in passato collaboratore di giustizia, è stato condanna to a 9 anni e 11 mesi di reclusione per il tentato omicidio, commesso nel 2021, di un appartenente ad un altro gruppo criminale costituito senza l’autorizzazione del cartello dei CASALESI e che praticava estorsioni nell’aversano senza versare i relativi proventi nella cassa co mune del clan.

Mondragone e Cellole

Con riferimento al citato clan GAGLIARDI, operativo nei territori di Mondragone e Cellole, l’8 marzo 2024, i Carabinieri hanno ese guito un’ordinanza di custodia cautelare377 nei confronti di 10 persone, accusate di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, nonché detenzione e porto illegale di armi e sequestro di persona a scopo di estorsione. In particolare, l’attività di indagine avrebbe do cumentato l’esistenza di un’organizzazione criminale facente capo ad un esponente di spicco del citato clan GAGLIARDI che coordina va l’attività di spaccio, demandata esclusivamente a soggetti di nazionalità italiana, operando in regime di sostanziale monopolio nei Co muni casertani di Mondragone e Cellole. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati oltre 30 kg. di stupefacenti di vario genere e alcu ne armi da fuoco con relativo munizionamento. Il 2 aprile 2024, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare378 nei confronti di un esponente del clan FRAGNOLI, accusato di concorso in omicidio aggravato dalle modalità mafiose e dalla finalità mafiose. L’uomo sarebbe il mandante dell’omicidio di uno spacciatore, consumato a Mondragone il 14 agosto 2003, per il mancato versamento della percentuale dovuta al clan di appartenenza per lo stupefacente venduto. A Grazzanise e nelle aree limitrofe, il controllo delle attività illecite è stato storicamente esercitato dal clan dei CASALESI, in particolare dalla fazione SCHIAVONE, tramite fidati referenti. Al riguardo, a luglio 2022, dopo 24 anni di detenzione, è tornata in libertà una figu ra apicale del clan che per anni avrebbe rivestito tale ruolo su quel territorio. Il 14 ottobre 2024, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare379 nei confronti di 14 persone, tra cui il menzionato capozona, accusati di associazione mafiosa, estor sione, incendio, detenzione illegale di armi e ricettazione. Dalle indagini, in particolare, sarebbe emerso il progetto del boss di riorganizzare la pregressa struttura criminale tramite affiliati delle fazioni SCHIAVONE e ZAGARIA del clan dei CASALESI per riprendere il con trollo criminale sui territori di Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Vitulazio, Capua, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe e Comuni limitrofi. Inoltre, sarebbero state documentate estorsioni in danno di imprenditori e il tentativo di accaparrarsi la ge stione di attività commerciali attraverso le quali reimpiegare proventi illeciti, oltre alla disponibilità di armi. Sui territori di Teverola e a Carinaro, il clan dei CASALESI eserciterebbe la propria influenza criminale avvalendosi del gruppo camorri stico PICCA, già nel 2023 destinatario di un provvedimento giudiziario380 nell’ambito del contrasto al fenomeno delle estorsioni, che ha interessato due figure apicali recentemente scarcerate dopo un periodo di lunga detenzione e pronte a progettare una riorganizzazione del gruppo criminale originario. Qui, il 3 settembre 2024, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare381 nei confronti di 35 soggetti, tra cui una figura apicale del gruppo PICCA, accusate di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, rici claggio, autoriciclaggio, detenzione di armi e traffico e spaccio di stupefacenti, questi ultimi aggravati dalle modalità mafiose e dalla finali tà di agevolare l’associazione camorristica di riferimento. L’attività investigativa avrebbe documentato, tra l’altro, la compravendita di no tevoli quantità di droga di diverso tipo, quasi in regime di monopolio. Inoltre, in alcuni casi, la cessione al dettaglio delle dosi di stupefa cente veniva dissimulata da compravendite di capi di abbigliamento presso esercizi commerciali collusi mediante transazioni elettroniche che consentivano, in tal modo, anche il contestuale riciclaggio di denaro illecito. 

L’area tra Maddaloni e Marcianise

Il cartello dei CASALESI non esaurisce il panorama criminale della provincia di Caserta. A Marcianise, il controllo delle attività illecite resterebbe sotto l’influenza del clan BELFORTE (cd. “MAZZACANE”), unica organizzazione criminale di estrazione cutoliana ancora attiva nel casertano, che coesiste in contrapposizione al clan PICCOLO-LETIZIA. Il clan BELFORTE estenderebbe la propria operati vità nei Comuni limitrofi di San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Casagiove, Recale, Macerata Campania, San Prisco, Maddaloni e San Felice a Cancello avvalendosi di numerosi gruppi satellite per il controllo del territorio e per la gestione delle proprie attività illecite costituite, prevalentemente, dalle estorsioni in danno di attività commerciali e dal traffico di stupefacenti i cui proventi vengono riciclati in attività economiche legali anche oltre regione. Nel periodo considerato, il clan BELFORTE è stato oggetto di numerose attività di con trasto, alcune delle quali hanno interessato anche la sua dimensione economica. In proposito, si richiama una misura di prevenzione pa trimoniale382 eseguita il 21 febbraio 2024 dalla Polizia di Stato che ha disposto il sequestro di 2 immobili, 4 società, diversi rapporti fi nanziari e bancari, auto e una barca, del valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro, riconducibili al genero di una figura apicale del clan BELFORTE, già condannato in via definitiva per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento all’immigrazione clan destina. Il 3 ottobre 2024, la DIA di Napoli, unitamente alla Polizia di Stato e alla Guardia di finanza di Caserta, ha portato a conclu sione l’esecuzione di un’altra complessa misura ablativa con la confisca di beni383 nei confronti di un imprenditore casertano attivo nei settori della ristorazione e nella produzione del calcestruzzo. L’uomo, condannato in via definitiva per la sua contiguità al clan BEL FORTE, aveva ideato una strutturata modalità di riscossione del “pizzo” basata su sovrafatturazioni. Il provvedimento, adottato su pro posta congiunta del Procuratore Distrettuale di Napoli, del Direttore della DIA e del Questore di Caserta, ha riguardato 2 complessi so cietari, 62 beni immobili ubicati nelle province di Caserta, Benevento, Salerno e Parma, 47 rapporti finanziari e 2 autovetture e 16 veicoli industriali, per un valore complessivo stimato in circa 30 milioni di euro. Il 9 settembre 2024, i Carabinieri di Caserta hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo384 nei confronti di 4 persone riconducibili al clan BELFORTE, accusate di concorso in trasferimento fraudolento di valori. In particolare, uno degli indagati, condannato in via defini tiva per concorso esterno nell’associazione camorristica denominata clan BELFORTE, avrebbe attribuito fittiziamente la titolarità esclusiva di una società di Caserta, operante nel settore della fornitura del calcestruzzo, a due prestanome. Il sequestro ha interessato l’intero complesso societario di un’attività dedita alla produzione di calcestruzzo e al commercio all’ingrosso di materiali edili, del valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro. Sempre nell’ambito di misure preventive, vanno menzionate alcune attività economiche operanti nel settore dello smalti mento di rifiuti riconducibili al clan BELFORTE, destinatarie di interdittive antimafia da parte del Prefetto di Napoli. Il 6 ottobre 2024, i Carabinieri di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare385 nei confronti di 3 persone, tra cui un giovane rampollo della famiglia BELFORTE, accusati di concorso in rapina ed estorsione mediante l’uso di armi. I tre, tra luglio e agosto 2023, avrebbero commesso un’estorsione ed almeno due rapine in danno di giovani vittime. L’esponente del clan, nell’occasione, avrebbe sfruttato il suo cognome per intimorire le vittime. Il 17 ottobre 2024, i Carabinieri hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto386 nei confronti di 2 soggetti, di cui uno condannato in via definitiva per aver partecipato al clan BELFORTE, accusati di concorso in rapina ed estorsione aggravate dal metodo mafioso. Gli in dagati, tra maggio e ottobre 2024, in più occasioni, si sarebbero fatti consegnare delle somme di denaro da un imprenditore edile evocan do il nome del clan camorristico di riferimento allo scopo di incutere timore nella vittima. Per quanto concerne la provincia di Caserta, infine, va segnalata la fiorente attività di spaccio che interessa la fascia costiera che dal litorale Domizio si estende fino ai confini con il basso Lazio. Tale territorio, da sempre sotto il controllo dei CASALESI, si caratterizza appunto per l’intenso smercio di stupefacenti da parte di soggetti italiani e stranieri. In proposito, l’11 gennaio 2024, a Castel Volturno, i Cara binieri hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare387 nei confronti di 13 soggetti, tra cui numerosi di origini africane, accusati di spaccio di stupefacenti. L’attività di indagine avrebbe documentato, nel territorio di Castel Volturno, plurime cessioni di stupefacenti da parte degli indagati ad acquirenti che lo rivendevano nel Comune di San Felice a Circeo (LT) e nelle province di Salerno, Teramo e Peru gia. Gli arrestati, a loro volta, avevano contatti con trafficanti operativi in Africa, in particolare in Malawi. Il radicamento della criminalità nigeriana nel territorio casertano è ormai giudiziariamente documentato. Cellule dei sodalizi centroafri cani, denominati EIYE, BLACK AXE e VIKINGS, di accertata natura mafiosa, risultano insediate soprattutto nel Comune di Castel Volturno. Qui, il 12 febbraio 2024, i Carabinieri di Casal di Principe hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare388 nei confronti di un soggetto di nazionalità nigeriana, ritenuto una figura apicale del gruppo EIYE radicato a Castel Volturno, accusato di sequestro di persona a scopo di estorsione, lesioni personali, rapina e violenza privata, aggravati dal metodo mafioso. L’uomo, qualificandosi come il capo del gruppo EIYE operante a Castel Volturno, insieme ad altri complici armati di machete e asce, avrebbe sequestrato un connazio nale a Casapesenna chiedendo un riscatto di 1.500 euro ai parenti della vittima, residenti in Nigeria. Al riguardo, nel descrivere lo spessore criminale dell’indagato, il GIP nel provvedimento cautelare osserva come “…un soggetto che agisce…in un contesto assoggettato alla crimi nalità organizzata, deve quanto meno ritenersi legittimato ad agire da parte del clan operativo sul territorio, a pena di gravi ripercussioni da parte della medesima struttura criminale, secondo un modus operandi tipico dei clan camorristici, notoriamente attenti a reprimere ille cite intromissioni sul proprio territorio da parte di soggetti esterni al proprio gruppo criminale...”. Per quanto concerne, infine, la pervasività dei clan camorristici nelle locali amministrazioni della provincia di Caserta, per condizionarne i processi decisionali a proprio vantaggio, nel periodo in esame si segnala lo scioglimento del Consiglio comunale di Calvi Risorta dispo sto con DPR del 29 luglio 2024 ex art. 143 TUEL per accertate infiltrazioni mafiose e la relativa gestione è stata affidata ad una commis sione straordinaria appositamente nominata, mentre a Sparanise, il cui Consiglio comunale era stato sciolto con DPR del 19 dicembre 2022 per accertati condizionamenti mafiosi ex art. 143 TUEL, in seguito alle consultazioni elettorali tenutesi il 18 novembre 2024 si è insediata la nuova amministrazione comunale. Si segnala, infine, che l’8 agosto 2024 presso l’amministrazione comunale di Caserta si è insediata la Commissione di indagine nominata dal Prefetto su delega del Ministro dell’Interno ex art. 143 TUEL, con lo scopo di accertare l’esistenza di ingerenze o collegamenti con la criminalità organizzata.