antica cittadella
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MARCIANISE - I lavoratori della multinazionale Usa Jabil hanno fermato nel pomeriggio di ieri la produzione per diverse ore allo stabilimento di Marcianise e bloccato alcune strade per protestare contro il tavolo convocato per oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in cui si discuterà della cessione da parte di Jabil del sito casertano con i suoi 408 lavoratori alla Tma (Tme Assembly Engineering Srl), nuova società costituita dalla Tme di Portico di Caserta e da Invitalia, braccio operativo del Ministero dell'Economia e delle Finanze. 

Un vertice senza i lavoratori

Un incontro, quello romano, cui non parteciperanno i lavoratori Jabil e i loro delegati sindacali aziendali per la presenza, al tavolo, dei rappresentanti dell'azienda acquirente, ma che invece dovrebbe vedere la partecipazione dei sindacalisti delle segreterie provinciali e nazionali, in particolare di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, che però in queste ore stanno facendo valutazioni dopo lo strappo dei lavoratori. E la mobilitazione di oggi è anche un messaggio ai sindacati, "di non trattare con Tme". I lavoratori sono usciti spontaneamente nel primo pomeriggio dalla fabbrica in abiti da lavoro occupando anche la strada che transita davanti al sito, hanno marciato fino ad una rotonda non distante bloccando il traffico, per poi rientrare verso le 17, orario di chiusura dello stabilimento. 

Una protesta spontanea

L'Usb in una nota parla di "protesta spontanea, decisa, legittima dei lavoratori della Jabil di Marcianise. La rabbia esplosa oggi nasce dalla notizia dello svolgimento del tavolo dove sembra parteciperanno anche gli esponenti nazionali di Fim, Fiom e Uilm, senza alcun mandato da parte dei lavoratori a trattare con Tme. Usb condivide e sostiene pienamente la mobilitazione: non esiste alcuna trattativa credibile con un soggetto che, finora, ha dato prova di essere completamente inaffidabile sul piano delle garanzie industriali e occupazionali. Il rischio è evidente: si tenta di costruire un'operazione di facciata, che salvi la forma e scarichi il peso della crisi ancora una volta sui lavoratori".