Frode sui certificati bianchi, danno erariale di oltre 30 milioni
La Guardia di Finanza ha invitato 4 persone a dedurre: ecco il sistema

REGIONALE - I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, su delega della Procura Regionale per la Campania della Corte dei conti, hanno notificato un invito a dedurre nei confronti di 4 soggetti ritenuti responsabili, in via solidale, di un danno erariale di oltre 30,4 milioni di euro. Gli accertamenti di polizia erariale, scrive la Guardia di Finanza in una nota, hanno permesso di accertare che i destinatari del provvedimento - una società di capitali con sede, all'epoca dei fatti, a Poggiomarino (Napoli) e tre persone fisiche che hanno agito, in nome o per conto della stessa, quali amministratori di diritto o di fatto - hanno arrecato un ingente danno patrimoniale al Gestore dei Servizi Energetici (Gse Spa), derivante dalla illecita percezione di incentivi pubblici sotto forma di Titoli di Efficienza Energetica (certificati bianchi).
Il sistema
Tali titoli vengono rilasciati da Gse Spa (società in house totalmente partecipata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze), per il tramite dell'ente pubblico Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (Csea), a soggetti privati, le società "ESCo" (Energy Saving Company), che attestino di aver eseguito interventi di efficientamento energetico. Queste ultime, a loro volta, possono cedere i titoli alle società distributrici di energia elettrica e gas, alternativamente, sulla piattaforma di mercato regolata dal Gestore dei Mercati Energetici (Gme Spa) oppure attraverso contrattazioni bilaterali. Si tratta, quindi, di veri e propri titoli negoziabili, dematerializzati e al portatore, costituenti un vero e proprio contributo pubblico, il cui controvalore monetario viene determinato ogni anno dall'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera). Nel caso in esame, è emersa la "sistemica e raffinata falsa attestazione e rendicontazione - da parte di una società con sede, all'epoca dei fatti, a Poggiomarino (Napoli), e poi dichiarata fallita - di risparmi energetici conseguiti in relazione a opere, poi rivelatesi totalmente fittizie, di efficientamento energetico (in particolare, isolamento di pareti, e coperture per riscaldamento/raffreddamento) per conto di soggetti terzi, a fronte delle quali Gse ha emesso in favore di tale società 138.074 certificati bianchi, successivamente ceduti sul mercato dei titoli, gestito da Gme, a soggetti ignari della frode. Questi ultimi hanno poi presentato a Gse i certificati percependo un contributo/controvalore monetario non dovuto e, quindi, costituente danno erariale".
La precisazione dei Comuni
A conferma del sistema di frode - accertato anche da una concorrente indagine penale della Procura della Repubblica di Treviso - le amministrazioni comunali interpellate hanno comunicato che i titoli autorizzativi/abilitativi indicati nelle richieste di verifica e certificazione dei risparmi "non risultavano depositati presso i propri sportelli". Inoltre, i legali rappresentanti delle imprese incaricate dell'esecuzione dei lavori hanno disconosciuto le fatture emesse nei confronti della società oggetto d'indagine. La condotta contestata è culminata addirittura nell'utilizzo di nomi di fantasia nell'indicazione dei luoghi interessati dai presunti lavori di efficientamento energetico.